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COMUNICATO STAMPA

 

INDUSTRIA 4.0: CONFINDUSTRIA E INTESA SANPAOLO

PRESENTANO L’ACCORDO “PROGETTARE IL FUTURO”

10,5 MILIARDI PER LE IMPRESE DI MILANO E MONZA BRIANZA

·    Al centro l’industria 4.0 e gli sviluppi del Digitale

·    A regime il sistema qualitativo del rating di credito

·    Nuovo modello di valutazione delle startup

·    Milano, Monza e Brianza caratterizzati da elevata presenza di aziende con almeno 250 addetti che assorbono il 40% dell’occupazione

·    Sono 6.800 le partecipate estere di investitori milanesi

·    Forte attrattività del territorio con 5.000 circa multinazionali estere e 10.000 universitari stranieri

·    Elevato il peso di settori ad alta tecnologia, in particolare: biomedicale, aerospaziale, farmaceutico, ICT

·    Le imprese del polo ICT di Milano, tra il 1998 ed il 2015, hanno depositato circa 2500 brevetti

·    Elevata presenza di start up; 1201, il 16,5% del totale nazionale

·    Forte competitività economica del territorio milanese il cui PIL è ormai sopra (+1%) i livelli del 2008

Sovico, 28 giugno 2017 – È stato presentato oggi a Sovico, con la collaborazione di Assolombarda, l’accordo triennale tra Confindustria Piccola Industria e Intesa Sanpaolo “Progettare il futuro”, dedicato alla competitività e alla trasformazione delle imprese per cogliere le opportunità offerte dalla ‘quarta rivoluzione industriale’.

La partnership, che mette a disposizione un plafond nazionale di 90 miliardi di euro, dei quali 10,5 mld destinati alle aziende della provincia di Milano e di Monza-Brianza, viene presentata dentro i luoghi deputati ad accogliere e far proprie le finalità dell’accordo: le imprese. Alla presentazione nella sede della Reggiani Illuminazione s.p.a., realtà leader che ha già adottato soluzioni in ottica Industria 4.0, hanno partecipato Roberto Bettiato, direttore generale Reggiani Illuminazione, Alessandro Enginoli, presidente Piccola Industria Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza, Fabrizio Guelpa, responsabile Industry e Banking Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, Alberto Baban, presidente Confindustria Piccola Industria, Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo , Mauro Federzoni, direttore regionale di Intesa Sanpaolo, Lorenzo Vimercati, presidente Meccanica Vimercati. Ha moderato Luca Orlando, giornalista de Il Sole 24ore

Per l’industria italiana, costituita soprattutto da PMI, lo sviluppo di Industria 4.0 e il relativo Piano del Governo possono essere la strada per recuperare competitività e per creare nuovi posti di lavoro grazie a elevate competenze, nuovi modelli di business e tecnologie innovative. Le opportunità di sviluppo per le realtà aziendali che riusciranno a cogliere questa sfida sono enormi, ma richiedono un intervento a tutto tondo, con investimenti in capitale fisso e immateriale, soprattutto in ricerca, innovazione e formazione, nonché trasformazioni organizzative e una continua attenzione alle evoluzioni in corso. Occorre partire subito perché le tecnologie sottostanti Industry 4.0 necessitano di 10-15 anni per raggiungere la completa maturità nel mercato ed essere pienamente efficienti.

Alberto Baban, presidente della Piccola Industria di Confindustria: “Il 4.0 è la fusione tra manifattura e servizi, tra manifattura e digitale. Dobbiamo imparare come si arriva nei mercati evoluti, imparare a dialogare con i consumatori 4.0, intercettare i loro bisogni e realizzare non solo prodotti ma anche servizi disegnati sulle loro esigenze. Se le aziende riescono ad anticipare le tendenze del mercato e hanno il giusto capitale umano non esiste più nessun limite. Il cuore dell'accordo con Intesa Sanpaolo va proprio in questa direzione: accompagnare le imprese in questo cambiamento. Il momento è particolare: ci sono strumenti innovativi per ottenere liquidità come i Pir, i piani individuali di risparmio, che da marzo ad oggi hanno già raccolto tre miliardi di euro, di cui il 70% deve essere destinato a strumenti finanziari emessi da imprese italiane o europee stabilite in Italia, e il 30% di questo, pari al 21% del totale, deve essere investito in strumenti emessi da pmi non quotate al FTSE Mib. Una liquidità enorme per le pmi che sapranno comunicare adeguatamente il proprio valore e adeguarsi all'evoluzione richiesta dalla quarta rivoluzione digitale. Ci sono poi l'iperammortamento, la Nuova Sabatini, il superammortamento, il credito su R&S: non esistono agevolazioni così in Europa ma si vince davvero solo se questi incentivi vengono usati per trasformare l'azienda, creare nuovo valore aggiunto e nuovi mercati di sbocco”.

Alessandro Enginoli, presidente Piccola Industria di Assolombarda: “Nel 4° trimestre 2016 i dati Banca d’Italia evidenziano una flessione dei prestiti alle imprese in Lombardia (-0,2%), invertendo la stabilizzazione registrata in primavera. Inoltre, il nostro Centro Studi valuta che dall’inizio della crisi a oggi i prestiti in Lombardia sono diminuiti del -14,0% - affermaQuesti numeri devono cambiare, noi imprenditori dobbiamo riprendere a investire nelle nostre aziende e le banche devono tornare a credere nelle PMI, vero motore del nostro Paese. Va in questo senso l’ottimo lavoro di Piccola Industria con Intesa Sanpaolo e il nostro impegno, come Assolombarda, nel supportare la crescita delle imprese attraverso innovativi strumenti: uno su tutti Bancopass che facilita il dialogo banca e impresa per l’ottenimento delle risorse necessarie alla crescita”. 

 

Stefano Barrese, responsabile Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo: “Stiamo assistendo alla progressiva evoluzione del mondo economico italiano, la cosiddetta quarta rivoluzione industriale, in cui il sistema imprenditoriale e quello bancario possono e devono cogliere tempestivamente le opportunità di crescita: per esserne protagonisti è necessario non solo fare investimenti finanziari e patrimoniali, ma valorizzare il capitale umano attraverso un’adeguata formazione e indirizzare il sistema produttivo verso la digitalizzazione. La rinnovata collaborazione tra Confindustria e Intesa Sanpaolo ha l’obiettivo di accompagnare le imprese verso questo rilancio e verso lo sviluppo del Paese, mettendo a disposizione delle imprese le risorse e gli strumenti per spingere la ripresa grazie alla solidità e all’affidabilità di un Gruppo come il nostro”.

 

Mauro Federzoni, direttore regionale Milano e Provincia di Intesa Sanpaolo. “Le PMI hanno superato la crisi con notevoli sforzi cui riconosciamo grande merito, ma oggi hanno anche l’esigenza di crescere dal punto di vista patrimoniale e dimensionale per affrontare nuove sfide, nuovi mercati, nuovi assetti. Grazie al dialogo costante dei nostri gestori con ogni singola impresa cliente, abbiamo elaborato nuove proposte per collaborare e siamo pronti ad affiancare le PMI di Milano e Monza Brianza in nuovi percorsi al passo con l’industria 4.0 e con la loro crescente vocazione verso l’estero destinando loro oltre 10 dei 90 miliardi previsti dall’accordo”.

 

L’accordo è imperniato su quattro pilastri: Ecosistemi di imprese e integrazione di business; Finanza per la crescita; Capitale umano; Nuova imprenditorialità.

-          Ecosistemi di imprese e integrazione di business

Intesa Sanpaolo e Piccola Industria Confindustria intendono mettere a disposizione un insieme di soluzioni che permettano alle imprese di trasformarsi, migliorando i processi produttivi, ricorrendo a nuove tecnologie e a nuove metodologie, tra cui i percorsi “Lean 4.0” che abilitano le imprese alle tecnologie digitali. Per la realizzazione dei progetti di sviluppo delle imprese Intesa Sanpaolo si avvarrà anche del proprio Innovation Center, struttura che raccoglie tutte le iniziative avviate dal Gruppo nel campo dell’innovazione. L’iniziativa intende rappresentare anche un momento evolutivo di “AdottUp, il Programma per l’adozione delle startup” e offrire nuove opportunità alle startup in esso sviluppate.

-          Finanza per la crescita

L’accordo punta a finanziare la crescita del business valorizzando il patrimonio intangibile delle imprese attraverso un nuovo modello di relazione basato sui fattori qualitativi legati al credito: tra questi la capacità innovativa, la formazione e la strategicità della catena fornitore-champion. Sono inoltre previste adeguate soluzioni finanziarie a medio-lungo termine oltre al migliore utilizzo degli strumenti di supporto, a cominciare dal rinnovato Fondo di Garanzia. Per programmare la crescita, bilanciando i livelli di debito a favore del capitale di rischio, è fondamentale il ricorso all’Equity per il rafforzamento del sistema produttivo. A tal proposito l’accordo intende sviluppare iniziative che favoriscano la patrimonializzazione delle imprese. Infine si prevede l’estensione a comparti strategici per l’economia italiana del Progetto Filiere, l’innovativo modello di credito di Intesa Sanpaolo che ha sinora prodotto 330 contratti con aziende capofila con oltre 15 mila fornitori ed un giro d’affari di 55 miliardi.

-          Capitale umano

L’accordo punta anche a favorire l’alternanza scuola-lavoro con l’obiettivo di far diventare l’azienda il luogo in cui lo studente consolidi e arricchisca le conoscenze apprese, sviluppando competenze spendibili nel mondo produttivo o acquisendo esperienze funzionali alla creazione di nuove imprese, in linea con il Piano Nazionale Industria 4.0.

-          Nuova imprenditorialità

Intesa Sanpaolo mette a disposizione il modello di valutazione delle startup. È un nuovo algoritmo DATS (Due Diligence Assessment Tool Scorecard), già inserito nelle Regole di concessione del credito, a supporto della valutazione creditizia delle Startup e in futura estensione alle PMI innovative. Si tratta del primo modello di valutazione “forward looking” adottato da una banca per i finanziamenti in debito, basato su logiche derivate dalla valutazione degli investitori in Venture Capital, mutuando le competenze costruite negli ultimi anni all’interno del Gruppo Intesa Sanpaolo. Questo nuovo strumento consente alle imprese e alla banca di cogliere al meglio le opportunità offerte dalle misure governative e le agevolazioni per la crescita, recentemente estese dal Piano Industria 4.0.

 

 

L’ECONOMIA DELLA PROVINCIA DI MILANO E DI MONZA BRIANZA

L’economia milanese e di Monza e Brianza ricopre un ruolo centrale in ambito italiano: da solo questo territorio rappresenta il 6,7% della popolazione italiana; questo peso sale al 7% in termini di imprese attive, all’8,7% per numero di occupati e all’11,5% per valore aggiunto totale.

Si tratta di un’area altamente competitiva che può far leva sulla presenza di imprese di grandi dimensioni che favoriscono l’alta proiezione internazionale di questo territorio. Le aziende con almeno 250 addetti assorbono, infatti, il 40% dell’occupazione, il doppio della media italiana. Sono poi 6.800 le partecipate estere di proprietà di investitori milanesi, il 19% del totale italiano.

Il territorio mostra un’elevata attrattività non solo in campo economico ma anche in ambito formativo. Non a caso il numero delle multinazionali estere presenti nelle province di Milano e Monza e Brianza è pari a poco meno di 5.000, più di un terzo di tutti i gruppi esteri attivi in Italia con filiali commerciali o produttive. Sono poi circa 10.000 gli studenti universitari stranieri che frequentano le università milanesi.

L’interesse dei capitali esteri per questo territorio si spiega con la presenza di un sistema infrastrutturale efficiente, la disponibilità di capitale umano altamente qualificato e la ricchezza del territorio sia come mercato di consumo sia come tessuto produttivo. Il reddito per abitante è, infatti, pari a 30.600 euro, quasi 12.000 euro in più rispetto alla media nazionale; il valore aggiunto per unità di lavoro è pari a circa 83.000 euro, un terzo in più del dato medio italiano.

È poi alto il peso dei settori a medio-alta e alta tecnologia. Il territorio è sede di quattro importanti poli tecnologici mappati da Intesa Sanpaolo: il polo biomedicale milanese, il polo aerospaziale lombardo, il polo farmaceutico lombardo e il polo ICT di Milano. Per intensità brevettuale spicca, in particolare, il polo ICT di Milano: tra il 1998 e il 2015 le imprese di questo territorio specializzate nell’ICT hanno depositato allo European Patent Office 2.429 brevetti, quattro quinti del totale dei brevetti registrati da tutti i poli ICT italiani. La forte attitudine innovativa del territorio viene confermata anche dalla folta presenza di start-up: erano 1.201 a metà giugno, il 16,5% del totale nazionale.

La competitività dell’economia di questo territorio è evidente anche osservando i dati sull’evoluzione del PIL negli ultimi anni: la crescita cumulata di Milano nel triennio 2014-16 è stata pari al 3,9%, staccando nettamente l’economia lombarda (+2,8%) e, soprattutto, l’Italia (ferma al +1,8%). Grazie a queste performance, il PIL milanese è ormai sopra i livelli del 2008 (+1%), sulla spinta dei servizi avanzati ma anche del turismo. La Lombardia e l’Italia sono, invece, ancora attardate, lontane rispettivamente del 3,3% e del 6% rispetto ai livelli di PIL del 2008.

Nel corso del 2017 l’economia di questo territorio continuerà il suo percorso di crescita, mostrando ancora una volta una dinamica migliore rispetto all’Italia. Conferme in tal senso vengono dai primi dati disponibili per il 2017 che sono particolarmente brillanti. Anche in prospettiva Milano potrà contare sulla forza dei suoi servizi avanzati che giocheranno un ruolo di primo piano nella fornitura e nella conseguente diffusione delle nuove tecnologie, come l’Internet of Things, i Big Data o l’Additive Manufacturing.

 

 

Per informazioni

 

Intesa Sanpaolo                                                                               Assolombarda

Ufficio Stampa                                                                                  Ufficio Stampa                                                  

stampa@intesasanpaolo.com                                                        luca.bolzoni@assolombarda.it

 

 

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