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INTESA SANPAOLO: RISULTATI CONSOLIDATI AL 30 SETTEMBRE 2010

 

  • Proventi operativi netti:
3° trimestre a 4.052 mln., +0,7% rispetto a 4.024 mln. del 2°;
9 mesi a 12.312 mln., -7,1% rispetto a 13.255 mln. dei 9 mesi 2009.
  • Oneri operativi:
3° trimestre a 2.263 mln., -1,7% rispetto a 2.302 mln. del 2°;
9 mesi a 6.819 mln., -1,7% rispetto a 6.936 mln. dei  9 mesi 2009.
  • Risultato gestione operativa:
3° trimestre a 1.789 mln., +3,9% rispetto a 1.722 mln. del 2°;
9 mesi a  5.493 mln., -13,1% rispetto ai 6.319 mln. dei 9 mesi 2009.
  • Risultato corrente lordo imposte:
3° trimestre a 1.047 mln., +32,7% rispetto a 789 mln. del 2°;
9 mesi a 2.983 mln., -13,2% rispetto a 3.437 mln. dei 9 mesi 2009.
  • Utile netto:
3° trimestre a 510 mln. di euro, rispetto ai 1.002 mln. del 2°;
9 mesi a 2.200 mln., -2,7% rispetto a 2.262 mln. dei 9 mesi 2009.
  • Utile netto normalizzato(*):
3° trimestre a 633 mln., +26,3% rispetto a 501 mln. del 2°;
9 mesi a 1.844 mln., -12,7% rispetto a 2.113 mln. dei 9 mesi 2009.
  • Coefficienti patrimoniali:
al 30 settembre 2010, Tier 1 ratio all' 8,9%.

 

Torino, Milano, 9 novembre 2010 – Si è riunito oggi sotto la presidenza di Andrea Beltratti il Consiglio di Gestione di Intesa Sanpaolo, che ha approvato il resoconto intermedio consolidato al 30 settembre 2010 (1).  

Intesa Sanpaolo nei primi nove mesi del 2010 ha continuato a perseguire l’obiettivo prioritario della redditività sostenibile fondata sulle scelte strategiche riguardanti non solo i ricavi e i costi ma anche la liquidità, la solidità e il contenuto profilo di rischio, che hanno contraddistinto la gestione del Gruppo soprattutto nel contesto di crisi dei mercati finanziari internazionali avviatasi dal secondo semestre 2007 e acuita dalle tensioni manifestatesi nell’area dei Paesi aderenti all’euro nel secondo trimestre 2010.

Le conseguenti politiche gestionali orientate al medio periodo - unitamente ad alcuni segni di ripresa del ciclo e ai connessi riflessi positivi per il Gruppo, in particolare sugli impieghi, che a fine settembre sono risultati in aumento rispetto a fine giugno (dopo la crescita tra marzo e giugno) e in linea rispetto alla fine del corrispondente trimestre dell’anno precedente (dopo quattro trimestri di cali), prime evidenze di una tendenza soggetta a ulteriore conferma nei prossimi trimestri - hanno permesso a Intesa Sanpaolo di registrare nel terzo trimestre 2010:

- una crescita dei proventi operativi netti rispetto al precedente trimestre, determinata da un aumento degli interessi netti - in presenza di un rialzo dei tassi euribor, che si sono peraltro collocati ancora sui minimi storici - e da un recupero del risultato dell’attività di negoziazione;
- una diminuzione dei costi operativi rispetto al precedente trimestre, con un calo nei primi nove mesi del 2010 rispetto al corrispondente periodo del 2009, in continuità con la tendenza che ha caratterizzato Intesa Sanpaolo in tutti gli esercizi dalla fusione;
- una riduzione delle rettifiche su crediti rispetto al precedente trimestre, con un significativo calo nei primi nove mesi del 2010 rispetto ai primi nove mesi del 2009;
- un conseguente aumento del risultato della gestione operativa e del risultato corrente al lordo delle imposte rispetto al precedente trimestre.
   
Il che ha condotto alla generazione di una redditività robusta, con un utile netto consolidato del Gruppo Intesa Sanpaolo nel terzo trimestre 2010 pari a 510 milioni di euro, rispetto ai 1.002 milioni del secondo trimestre 2010 (-49,1%), che includeva 648 milioni di plusvalenza netta da cessione delle attività di securities services; l’utile netto dei primi nove mesi del 2010 è risultato pari a 2.200 milioni, con una flessione del 2,7% rispetto ai 2.262 milioni dei primi nove mesi del 2009 dovuta alle attività retail domestiche, penalizzate dai tassi euribor - e quindi dagli interessi netti - ai minimi storici e per le quali il nuovo Piano d’Impresa sta mettendo a punto il recupero di redditività, a fronte di un risultato netto in tenuta nel Public Finance e in crescita nelle altre Aree di Business.

L’utile netto consolidato normalizzato - calcolato escludendo le principali componenti non ricorrenti (*) - è ammontato nel terzo trimestre 2010 a 633 milioni di euro, rispetto ai 501 milioni del secondo trimestre 2010 (+26,3%); quello dei primi nove mesi del 2010 è risultato pari a 1.844 milioni, in diminuzione del 12,7% rispetto ai 2.113 milioni dei primi nove mesi del 2009.

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(*) Nota metodologica sul calcolo dell’utile netto normalizzato a pagina 13.
(1) Nota metodologica sul perimetro di consolidamento a pagina 13.
 

I risultati di conto economico del terzo trimestre 2010

Il conto economico consolidato del terzo trimestre 2010 (2) registra proventi operativi netti pari a 4.052 milioni di euro, in aumento dello 0,7% rispetto ai 4.024 milioni del secondo trimestre 2010 e in diminuzione del 9,9% rispetto ai 4.497 milioni del terzo trimestre 2009.

In quest’ambito, nel terzo trimestre 2010 gli interessi netti ammontano a 2.470 milioni, in aumento dello 0,3% rispetto ai 2.462 milioni del secondo trimestre 2010, in presenza di una ripresa degli impieghi a fine trimestre (+1,1% rispetto al 30 giugno 2010) e di tassi euribor che tra il secondo e il terzo trimestre 2010 sono risultati in leggera crescita dopo la continua e rapida discesa avviata dal quarto trimestre 2008, rimanendo peraltro ancora su livelli di minimo storico. Rispetto ai 2.590 milioni del terzo trimestre 2009, si registra un calo del 4,6%, determinato principalmente dalla rilevante discesa dei tassi euribor, che ha particolarmente penalizzato il margine d’interesse - data la decisione strategica di continuare a privilegiare il rafforzamento della liquidità del Gruppo in un contesto economico contraddistinto da una perdurante elevata incertezza, ulteriormente comprovata dalle tensioni nell’area euro nel secondo trimestre 2010 - nonostante l’attenta gestione delle condizioni e l’adozione di misure di parziale protezione dalla riduzione dei tassi d’interesse.

Le commissioni nette sono pari a 1.333 milioni di euro, in diminuzione del 5,5% rispetto ai 1.410 milioni del secondo trimestre 2010 e invariate rispetto al terzo trimestre 2009. Rispetto al secondo trimestre 2010, si registrano commissioni da attività bancaria commerciale in aumento dell’ 1,6% e commissioni da attività di gestione, intermediazione e consulenza (risparmio gestito, prodotti assicurativi, collocamento titoli,...) in diminuzione del 9,8% (nel cui ambito la componente relativa a intermediazione e collocamento di titoli diminuisce del 38,1% e quella relativa ai prodotti assicurativi del 7,4%, mentre quella relativa al risparmio gestito cresce dello 0,3%). Rispetto al terzo trimestre 2009, si registra una diminuzione del 3% delle commissioni da attività bancaria commerciale e un aumento dell’ 1,4% di quelle da attività di gestione, intermediazione e consulenza (nel cui ambito la componente relativa a intermediazione e collocamento di titoli diminuisce del 14,1% e quella relativa ai prodotti assicurativi dell’ 8,4%, mentre quella relativa al risparmio gestito aumenta del 16%).

Il risultato dell’attività di negoziazione è pari a 126 milioni di euro (con un apporto positivo di 8 milioni dall’attività di proprietary trading e tesoreria e di 27 milioni dai prodotti strutturati di credito). Il risultato dell’attività di negoziazione aveva registrato un saldo negativo di 3 milioni del secondo trimestre 2010 (con un apporto negativo di 114 milioni dall’attività di proprietary trading e tesoreria, di cui circa 100 milioni dovuti a minusvalenze non realizzate su titoli governativi italiani, e un apporto positivo di 10 milioni dai prodotti strutturati di credito) e un saldo positivo di 447 milioni nel terzo trimestre 2009 (che includeva 114 milioni di capital gain derivante dalle cessione delle interessenze in Natixis e Banca Generali, incluse nelle attività finanziarie disponibili per la vendita, e un apporto positivo di 90 milioni dall’attività di proprietary trading e tesoreria e di 39 milioni dai prodotti strutturati di credito). Senza la riclassificazione IAS di attività finanziarie detenute ai fini di negoziazione a finanziamenti e crediti e ad attività finanziarie disponibili per la vendita, si sarebbe registrato un impatto positivo ante imposte sul risultato dell’attività di negoziazione pari a 39 milioni.


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(2) In occasione della redazione del resoconto intermedio al 30 settembre 2008, sono intervenute - a seguito della crisi finanziaria internazionale - alcune modifiche nei principi contabili internazionali IAS, omologate dalla Commissione Europea, che in estrema sintesi hanno consentito di riclassificare - in determinate circostanze che si configurino come eventi inusuali - strumenti finanziari non quotati, o non più quotati, in un mercato attivo e non più detenuti per finalità di negoziazione o disponibili per la vendita: in particolare dalla categoria degli strumenti di trading  a quella delle attività disponibili per la vendita o delle attività detenute fino alla scadenza o dei finanziamenti e crediti e dalla categoria delle attività disponibili per la vendita a quella dei finanziamenti e crediti. Il Gruppo ha effettuato - in larga misura sulla base dei prezzi al 1° luglio 2008 - una riclassificazione di attività finanziarie detenute ai fini di negoziazione per 3.297 milioni a finanziamenti e crediti e per 194 milioni ad attività finanziarie disponibili per la vendita, senza la quale si sarebbe registrato un impatto positivo ante imposte sul risultato dell’attività di negoziazione del terzo trimestre 2010 pari a 39 milioni (un impatto positivo di 100 milioni nei primi nove mesi del 2010 e di 72 milioni nell’esercizio 2009, negativo di 459 milioni nell’esercizio 2008); il Gruppo ha anche effettuato una riclassificazione di attività finanziarie disponibili per la vendita per 6.649 milioni a finanziamenti e crediti. Senza queste riclassificazioni si sarebbe registrato un impatto negativo ante imposte direttamente sul patrimonio netto al 30 settembre 2010 pari a 1.219 milioni (con un impatto negativo di 13 milioni nel terzo trimestre 2010 e di 609 milioni nei primi nove mesi del 2010).
 

Il risultato dell’attività assicurativa ammonta a 119 milioni di euro, rispetto ai 128 milioni del secondo trimestre 2010 e ai 116 milioni del terzo trimestre 2009.

Gli oneri operativi ammontano a 2.263 milioni di euro, con una diminuzione dell’ 1,7% rispetto ai 2.302 milioni del secondo trimestre 2010, a seguito di un calo del 4,5% delle spese amministrative e del 2,7% degli ammortamenti, a fronte di un’invarianza delle spese del personale. Rispetto ai 2.307 milioni del terzo trimestre 2009, si registra una riduzione dell’ 1,9%, conseguente a una diminuzione delle spese del personale (-1,7%) e degli ammortamenti (-13,3%) e a un lieve aumento delle spese amministrative (+0,3%).

Conseguentemente, il risultato della gestione operativa ammonta a 1.789 milioni di euro, in aumento del 3,9% rispetto ai 1.722 milioni del secondo trimestre 2010 e in diminuzione del 18,3% rispetto ai 2.190 milioni del terzo trimestre 2009, con un cost/income ratio nel terzo trimestre 2010 pari al 55,8% rispetto al 57,2% del secondo trimestre 2010 e al 51,3% del terzo trimestre 2009.

Nel terzo trimestre 2010 non si registrano rettifiche di valore dell’avviamento, così come nel secondo trimestre 2010 e nel terzo trimestre 2009.

Il complesso degli accantonamenti e delle rettifiche di valore nette (accantonamenti per rischi e oneri, rettifiche su crediti e rettifiche su altre attività) è pari a 742 milioni di euro, rispetto ai 934 milioni del secondo trimestre 2010 e agli 885 milioni del terzo trimestre 2009. Gli accantonamenti per rischi e oneri ammontano a 30 milioni rispetto ai 98 milioni del secondo trimestre 2010 e ai 66 milioni del terzo trimestre 2009; le rettifiche nette su crediti sono pari a 711 milioni, in confronto ai 798 milioni del secondo trimestre 2010 e agli 823 milioni del terzo trimestre 2009; le rettifiche nette su altre attività sono pari a un milione, rispetto ai 38 milioni del secondo trimestre 2010 e a una ripresa netta di 4 milioni del terzo trimestre 2009.

La voce utili/perdite su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti registra un saldo nullo, rispetto a un saldo positivo di un milione di euro del secondo trimestre 2010 e di 13 milioni del terzo trimestre 2009.

Il risultato corrente al lordo delle imposte è pari a 1.047 milioni di euro, in crescita del 32,7% rispetto ai 789 milioni del secondo trimestre 2010 e in diminuzione del 20,6% rispetto ai 1.318 milioni del terzo trimestre 2009.

Il risultato netto consolidato è pari a 510 milioni di euro, in confronto ai 1.002 milioni di euro (-49,1%) del secondo trimestre 2010 (che includeva 648 milioni di plusvalenza netta da cessione delle attività di securities services) e ai 674 milioni del terzo trimestre 2009 (-24,3%) - dopo la contabilizzazione di:

- imposte per 404 milioni di euro;
- oneri di integrazione connessi alla fusione (al netto delle imposte) per 11 milioni;
- oneri derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione (al netto delle imposte) per 103 milioni;
- un utile dei gruppi di attività in via di dismissione con saldo nullo;
- una quota di pertinenza di terzi per 19 milioni.
Se si escludono le principali componenti non ricorrenti, il risultato netto nel terzo trimestre 2010 è pari a 633 milioni di euro, in aumento del 26,3% rispetto ai 501 milioni di euro del secondo trimestre 2010 e in diminuzione del 22,4% rispetto agli 816 milioni del terzo trimestre 2009.

 
I risultati di conto economico dei primi nove mesi del 2010

Il conto economico consolidato dei primi nove mesi del 2010 registra proventi operativi netti pari a 12.312 milioni di euro, in flessione del 7,1% rispetto ai 13.255 milioni dei primi nove mesi del 2009.

In quest’ambito, nei primi nove mesi del 2010 gli interessi netti ammontano a 7.346 milioni di euro, in diminuzione dell’ 8,5% rispetto agli 8.031 milioni dei primi nove mesi del 2009, anche a seguito dell’effetto negativo di 178 milioni derivante dall’abolizione della commissione di massimo scoperto con decorrenza dal terzo trimestre 2009.

Le commissioni nette sono pari a 4.152 milioni di euro, in aumento del 7,6% rispetto ai 3.860 milioni dei primi nove mesi del 2009, con una crescita della componente da attività bancaria commerciale pari al 4,5% (anche a seguito di 56 milioni di beneficio derivante dall’introduzione della commissione di disponibilità fondi) e della componente da attività di gestione, intermediazione e consulenza (risparmio gestito, prodotti assicurativi, collocamento titoli,...) pari all’ 11,5%.

Il risultato dell’attività di negoziazione è pari a 341 milioni di euro (inclusivo di un apporto negativo di 104 milioni dall’attività di proprietary trading e tesoreria e di uno positivo di 64 milioni dai prodotti strutturati di credito), rispetto ai 993 milioni dei primi nove mesi del 2009 (inclusivo di 114 milioni di capital gain derivante dalle cessione delle interessenze in Natixis e Banca Generali e di un apporto positivo di 182 milioni dall’attività di proprietary trading e tesoreria e di uno negativo di 36 milioni dai prodotti strutturati di credito). Senza la riclassificazione IAS di attività finanziarie detenute ai fini di negoziazione a finanziamenti e crediti e ad attività finanziarie disponibili per la vendita, si sarebbe registrato un impatto positivo ante imposte sul risultato dell’attività di negoziazione pari a 100 milioni.

Il risultato dell’attività assicurativa ammonta a 413 milioni di euro, rispetto ai 304 milioni dei primi nove mesi del 2009.

Gli oneri operativi ammontano a 6.819 milioni di euro, con un calo dell’ 1,7% rispetto ai 6.936 milioni dei primi nove mesi del 2009, determinato dalle spese del personale (-0,7%), dalle spese amministrative (-2%) e dagli ammortamenti (-9%).

Conseguentemente, il risultato della gestione operativa ammonta a 5.493 milioni di euro, in diminuzione del 13,1% rispetto ai 6.319 milioni dei primi nove mesi del 2009, con un cost/income ratio al 55,4% rispetto al 52,3% dei primi nove mesi del 2009.

Nei primi nove mesi del 2010 non si registrano rettifiche di valore dell’avviamento, così come nei primi nove mesi del 2009.

Il complesso degli accantonamenti e delle rettifiche di valore nette (accantonamenti per rischi e oneri, rettifiche su crediti e rettifiche su altre attività) è pari a 2.521 milioni di euro, in diminuzione del 13,4% rispetto ai 2.910 milioni dei primi nove mesi del 2009. Gli accantonamenti per rischi e oneri ammontano a 214 milioni rispetto ai 198 milioni dei primi nove mesi del 2009; le rettifiche nette su crediti sono pari a 2.263 milioni, in confronto ai 2.637 milioni dei primi nove mesi del 2009; le rettifiche nette su altre attività sono pari a 44 milioni, rispetto ai 75 milioni dei primi nove mesi del 2009.

La voce utili/perdite su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti registra un saldo positivo di 11 milioni di euro, rispetto ai 28 milioni dei primi nove mesi del 2009.

Il risultato corrente al lordo delle imposte è pari a 2.983 milioni di euro, in diminuzione del 13,2% rispetto ai 3.437 milioni dei primi nove mesi del 2009.

Il risultato netto consolidato è pari a 2.200 milioni di euro - in flessione del 2,7% rispetto ai 2.262 milioni dei primi nove mesi del 2009 (che aveva beneficiato di 511 milioni di rilascio di imposte differite) - dopo la contabilizzazione di:

- imposte per 1.066 milioni di euro (che beneficiano di 86 milioni di rilascio di imposte differite);
- oneri di integrazione connessi alla fusione (al netto delle imposte) per 54 milioni;
- oneri derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione (al netto delle imposte) per 296 milioni;
- un utile dei gruppi di attività in via di dismissione (al netto delle imposte) per 691 milioni, inclusivo di 648 milioni di plusvalenza netta da cessione delle attività di securities services;
- una quota di pertinenza di terzi per 58 milioni.

Se si escludono le principali componenti non ricorrenti, il risultato netto dei primi nove mesi del 2010 è pari a 1.844 milioni di euro, in diminuzione del 12,7% rispetto ai 2.113 milioni dei primi nove mesi del 2009.
 

Lo stato patrimoniale al 30 settembre 2010

Per quanto riguarda lo stato patrimoniale consolidato, al 30 settembre 2010 i crediti verso la clientela raggiungono i 379 miliardi di euro, in crescita dell’ 1,1% rispetto al 30 giugno 2010, in aumento dello 0,9% rispetto a fine 2009 e in linea con i livelli del 30 settembre 2009 (in diminuzione del 5,3% se si considerano i volumi medi anziché quelli di fine periodo). Il complesso dei crediti deteriorati (in sofferenza, incagliati, ristrutturati e scaduti/sconfinanti) ammonta - al netto delle rettifiche di valore - a 20.836 milioni di euro, in linea con i 20.822 milioni del 30 giugno 2010 e in aumento dell’ 1,9% rispetto ai 20.456 milioni del 31 dicembre 2009. In quest’ambito, i crediti in sofferenza registrano un aumento a 6.634 milioni di euro dai 6.275 milioni del 30 giugno 2010 e dai 5.365 milioni del 31 dicembre 2009, con un’incidenza sui crediti complessivi pari all’ 1,8% (1,7% al 30 giugno 2010 e 1,4% al 31 dicembre 2009) e un grado di copertura del 66% (rispetto al 66% di giugno 2010 e al 67% di dicembre 2009). Considerando, oltre alle rettifiche specifiche, anche il valore delle garanzie reali e personali relative alle sofferenze, il grado di copertura complessivo delle stesse è pari al 124%. Gli incagli scendono a 9.663 milioni di euro dai 9.686 milioni di giugno 2010 e dai 10.375 milioni di fine 2009, i ristrutturati ammontano a 3.339 milioni rispetto ai 3.577 milioni di giugno 2010 e ai 2.293 milioni di dicembre 2009 e i crediti scaduti/sconfinanti si riducono a 1.200 milioni dai 1.284 milioni di giugno 2010 e dai 2.423 milioni di dicembre 2009 (il calo rispetto a fine 2009 è dovuto anche alla significativa diminuzione di posizioni scadute da 90 giorni conseguente all’applicazione ai mutui residenziali dei modelli interni per la determinazione dei requisiti patrimoniali a partire dal giugno 2010).
 
Le attività finanziarie della clientela risultano pari a 843 miliardi di euro (dopo le elisioni per le componenti che costituiscono sia raccolta diretta sia raccolta indiretta), in crescita dello 0,5% rispetto al 30 giugno 2010, del 2,6% rispetto al 31 dicembre 2009 e del 2,1%  rispetto al 30 settembre 2009. Nell’ambito delle attività finanziarie della clientela, la raccolta diretta ammonta a 435 miliardi, in flessione dell’ 1% rispetto al 30 giugno 2010 e in aumento del 2,3% rispetto al 31 dicembre 2009 e dell’ 1,6% rispetto al 30 settembre 2009; mentre la raccolta indiretta raggiunge i 434 miliardi, in crescita del 2% rispetto al 30 giugno 2010, del 2,3% rispetto a fine 2009 e del 2% rispetto a settembre 2009. L’ammontare di risparmio gestito è pari a 240 miliardi, in aumento dell’ 1,4% rispetto al 30 giugno 2010, del 3,4% rispetto a fine 2009 e del 4,7% rispetto a settembre 2009; la nuova produzione vita nei primi nove mesi del 2010 ammonta a 10,3 miliardi di euro (+13,7% rispetto ai primi nove mesi del 2009). La raccolta amministrata raggiunge i 194 miliardi, in crescita del 2,8% rispetto al 30 giugno 2010 e dello 0,9% rispetto al 31 dicembre 2009 e in flessione dell’ 1,2% rispetto al 30 settembre 2009.

I coefficienti patrimoniali al 30 settembre 2010 risultano, applicando le regole di Basilea 2 foundation e i modelli interni ai mutui residenziali, pari al 7,7% per il Core Tier 1 ratio (7,1% al 31 dicembre 2009), all’ 8,9% per il Tier 1 ratio  (8,4% a fine 2009) e al 12,5% per il coefficiente patrimoniale totale (11,8% a fine 2009), calcolati tenendo conto dei dividendi maturati nel periodo per l’esercizio 2010, assumendo come tali i tre quarti del miliardo di euro di dividendi pagati nel 2010 per l’esercizio 2009.

I coefficienti patrimoniali proforma risulterebbero superiori al 9,4% per il Core Tier 1 ratio, al 10,6% per il Tier 1 ratio e al 14,2% per il coefficiente patrimoniale totale, calcolati includendo:

- la cessione di Cassa di Risparmio della Spezia e di 96 sportelli al gruppo Crédit Agricole (con un impatto positivo atteso di circa 20 centesimi di punto sul Core Tier 1 ratio),
- l’acquisizione del controllo di Banca Monte Parma (impatto negativo atteso di 7 centesimi di punto sul Core Tier 1 ratio),
- la cessione della seconda quota del 25% di Findomestic (valutata al valore minimo del contratto, con un impatto positivo atteso di 7 centesimi di punto sul Core Tier 1 ratio),
- le restanti azioni di capital management pianificate - tra dismissioni totali o parziali, partnerships, quotazioni, ecc. - riguardanti attività non strategiche (con un impatto positivo atteso di almeno 50 centesimi di punto sul Core Tier 1 ratio),
- le ulteriori azioni di capital management attivabili se necessario (con un impatto positivo atteso di almeno 100 centesimi di punto sul Core Tier 1 ratio).

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Le informazioni attualmente disponibili portano a una stima degli effetti sui coefficienti patrimoniali del Gruppo derivanti da Basilea 3 a regime - applicando i parametri indicati per il 2019 ai dati di bilancio del 30 settembre 2010, considerando le operazioni di cessione/acquisizione in corso di finalizzazione e non tenendo conto delle predette azioni di capital management - nell’ordine di:
- 2,4 miliardi di euro di deduzioni totali dal common equity, nell’ipotesi di deduzione delle azioni di risparmio e della partecipazione detenuta in Banca d’Italia e considerando l’assorbimento delle imposte differite attive (DTA) previsto prima dell’entrata a regime di Basilea 3,
- 10,6 miliardi di euro aggiuntivi di attività ponderate per il rischio (RWA), peraltro interamente compensati dai benefici attesi dall’evoluzione dei modelli interni soggetta all’approvazione di Banca d’Italia;
con un conseguente impatto complessivo stimato sul Core Tier 1 ratio  nell’ordine di 68 centesimi di punto (l’impatto effettivo è soggetto all’implementazione della regolamentazione in materia).


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Le scelte strategiche perseguite hanno permesso a Intesa Sanpaolo di confermarsi come uno dei gruppi bancari più solidi a livello internazionale, anche alla luce del recente riacutizzarsi delle tensioni sui mercati finanziari internazionali, i cui punti di forza - oltre a quanto precedentemente detto in merito alla qualità dei crediti e al livello dei coefficienti patrimoniali - sono costituiti da: 

  • eccellente liquidità:
    - posizione netta interbancaria ben bilanciata,
    - elevata disponibilità di attivi stanziabili presso le Banche Centrali, attualmente non utilizzati, pari al 30 settembre 2010 a un livello corrispondente a una liquidità di 59 miliardi di euro,
    - impieghi alla clientela inferiori alla raccolta da clientela,
    - fonti di raccolta stabili e ben diversificate,
    - raccolta da clientela (inclusi i titoli emessi) costituita per il 70% dalla componente retail,
    - la raccolta a medio-lungo termine in scadenza nella rimanente parte dell’anno è in larga misura retail (circa 7 miliardi di euro, su circa 8 miliardi),
    - il Gruppo potrebbe eventualmente anche fare a meno del mercato wholesale per la restante parte del 2010;
  • leverage contenuto e adeguata patrimonializzazione:
    - leverage molto più basso rispetto agli altri principali gruppi bancari europei,
    - un rapporto tra patrimonio netto tangibile e attivo tangibile tra i migliori nel confronto con i principali gruppi bancari europei;
  • basso profilo di rischio:
    - a fine settembre 2010, il portafoglio titoli di proprietà del Gruppo includeva titoli governativi (emessi da amministrazioni centrali e locali) greci per 811 milioni di euro, spagnoli per 680 milioni, irlandesi per 284 milioni e portoghesi per 67 milioni.

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Come già dettagliatamente reso noto in occasione della diffusione dei risultati 2007, 2008 e 2009, l’esposizione di Intesa Sanpaolo alla crisi dei mutui americani subprime è solo indiretta, tramite prodotti strutturati di credito, che hanno risentito dell’eccezionale flessione dei prezzi dall’ultimo trimestre del 2007 - con riflessi negativi sul risultato dell’attività di negoziazione, prevalentemente in termini di svalutazioni - fino al primo trimestre 2009, per poi registrare una ripresa - con riflessi positivi sul risultato dell’attività di negoziazione - a partire dal secondo trimestre dello scorso anno, di cui si è detto nel precedente commento ai risultati di conto economico. Il Gruppo ha un’esposizione lorda e netta al rischio verso prodotti strutturati di credito con sottostanti attività US Subprime per 26 milioni di euro al 30 settembre 2010. Un’informativa completa e dettagliata in merito ai prodotti strutturati di credito detenuti dal Gruppo viene riportata - come di consueto - nel resoconto approvato dal Consiglio di Gestione nonché nelle specifiche pagine della presentazione dei risultati messa a disposizione del mercato.

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Al 30 settembre 2010, la struttura operativa del Gruppo Intesa Sanpaolo si articola in 7.669 sportelli bancari - di cui 5.877 in Italia e 1.792 all’estero - con 102.435 dipendenti, 1.020 persone in meno rispetto al 31 dicembre 2009.  

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I risultati per area di Business

La Divisione Banca dei Territori include:

- clientela Privati, costituita da famiglie (clienti privati con attività finanziarie fino a 100.000 euro), personal (clienti privati con attività finanziarie da 100.000 euro a un milione di euro), small business (piccole imprese con fatturato inferiore a 2,5 milioni e con accordato inferiore a un milione di euro);
- clientela Imprese, costituta da aziende con volume d’affari compreso tra 2,5 e 150 milioni;
-   clientela Private, costituita da clienti privati con attività finanziarie per oltre un milione di euro.
L’operatività con la clientela Privati e Imprese è realizzata tramite la Capogruppo Intesa Sanpaolo e le banche del Territorio (Banca di Credito Sardo, Banca di Trento e Bolzano, Banco di Napoli, Carifirenze, Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna, Cassa di Risparmio del Veneto, Cassa di Risparmio in Bologna, Cassa di Risparmio di Venezia, Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia e Banca dell’Adriatico). Intesa Sanpaolo Private Banking è la società del Gruppo dedicata alla clientela Private. Al servizio degli enti nonprofit è stata costituita nel novembre 2007 Banca Prossima, che opera attraverso le filiali del Gruppo, con presidi locali e specialisti dedicati. Nella Divisione sono inoltre incluse società prodotto come Mediocredito Italiano, specializzata nel credito industriale, le compagnie assicurative EurizonVita, Sud Polo Vita, Intesa Vita, Centrovita Assicurazioni e Intesa Sanpaolo Previdenza, la società fiduciaria SIREFID e Moneta, società specializzata nel credito al consumo e, tramite la controllata Setefi, nella gestione dei pagamenti elettronici.


La Divisione Banca dei Territori nel terzo trimestre 2010 registra:
- proventi operativi netti per 2.377 milioni di euro, in flessione del 2,9% rispetto ai 2.449 milioni del secondo trimestre 2010;
- oneri operativi per 1.472 milioni, in aumento dello 0,4% rispetto ai 1.466 milioni del secondo trimestre 2010;
- un risultato della gestione operativa di 905 milioni, in diminuzione del 7,9% rispetto ai 982 milioni del secondo trimestre 2010;
- un cost/income ratio al 61,9%, rispetto al 59,9% del secondo trimestre 2010;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 437 milioni, rispetto ai 564 milioni del secondo trimestre 2010;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 467 milioni, in crescita dell’ 11,4% rispetto ai 419 milioni del secondo trimestre 2010;
 - un risultato netto di 207 milioni, in aumento del 22,5% rispetto ai 169 milioni del secondo trimestre 2010.


La Divisione Banca dei Territori nei primi nove mesi del 2010 registra:
- proventi operativi netti per 7.312 milioni di euro, in flessione del 2,8% rispetto ai 7.520 milioni dei primi nove mesi del 2009, pari al 59% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (57% nei primi nove mesi del 2009);
- oneri operativi per 4.354 milioni, in diminuzione dello 0,4% rispetto ai 4.371 milioni dei primi nove mesi del 2009;
- un risultato della gestione operativa di 2.958 milioni, in flessione del 6,1% rispetto ai 3.149 milioni dei primi nove mesi del 2009;
- un cost/income ratio al 59,5% rispetto al 58,1% dei primi nove mesi del 2009;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 1.496 milioni, rispetto ai 1.352 milioni dei primi nove mesi del 2009;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 1.462 milioni, in diminuzione del 18,6% rispetto ai 1.797 milioni dei primi nove mesi del 2009;
 - un risultato netto di 657 milioni, in diminuzione del 16,1% rispetto ai 783 milioni dei primi nove mesi del 2009.

 
Eurizon Capital è la società, che si avvale di una collaborazione sempre più efficace con la Divisione Banca dei Territori, dedicata a fornire prodotti di risparmio gestito di tipo collettivo e individuale alle reti bancarie interne al Gruppo, nonché a sviluppare la presenza nel segmento dell’ “architettura aperta” attraverso specifici accordi di distribuzione con altre reti e investitori istituzionali. Ad Eurizon Capital fanno capo le controllate Eurizon Capital (Lussemburgo) ed Eurizon A.I., preposte alla promozione e alla gestione, rispettivamente, di fondi di diritto lussemburghese e di fondi alternativi, e il 49% della società cinese di asset management Penghua Fund Management.


Eurizon Capital nel terzo trimestre 2010 registra:
- proventi operativi netti per 67 milioni di euro, in flessione del 4,7% rispetto ai 70 milioni del secondo trimestre 2010;
- oneri operativi per 33 milioni, in aumento del 4,8% rispetto ai 31 milioni del secondo trimestre 2010;
- un risultato della gestione operativa per 34 milioni, in diminuzione del 12,4% rispetto ai 39 milioni del secondo trimestre 2010;
- un cost/income ratio al 49%, rispetto al 44,6% del secondo trimestre 2010;
- un risultato corrente al lordo delle imposte pari a 34 milioni, in diminuzione del 12,7% rispetto ai 38 milioni del secondo trimestre 2010;
- un risultato netto di 16 milioni, in diminuzione del 25,5% rispetto ai 21 milioni del secondo trimestre 2010.


Eurizon Capital nei primi nove mesi del 2010 registra:
- proventi operativi netti per 203 milioni di euro, in aumento del 6,8% rispetto ai 190 milioni dei primi nove mesi del 2009, pari al 2% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (1% nei primi nove mesi del 2009);
- oneri operativi per 97 milioni, in crescita del 5,4% rispetto ai 92 milioni dei primi nove mesi del 2009;
- un risultato della gestione operativa per 106 milioni, in aumento dell’ 8,2% rispetto ai 98 milioni dei primi nove mesi del 2009;
- un cost/income ratio in miglioramento al 47,8% dal 48,4% dei primi nove mesi del 2009;
- un risultato corrente al lordo delle imposte pari a 105 milioni, in crescita del 7,1% rispetto ai 98 milioni dei primi nove mesi del 2009;
- un risultato netto di 52 milioni, in aumento del 26,8% rispetto ai 41 milioni dei primi nove mesi del 2009.

 

La Divisione Corporate & Investment Banking comprende:
- Large & International Corporate, cui compete la relazione con i grandi gruppi italiani (imprese prevalentemente con fatturato superiore a 500 milioni di euro) e con la clientela corporate estera;
- Mid Corporate, cui compete la relazione con le imprese italiane con fatturato superiore a 150 milioni e prevalentemente fino a 500 milioni;
- Global Services, cui è affidata la responsabilità delle filiali estere, degli uffici di rappresentanza e delle società estere corporate (Société Européenne de Banque e Intesa Sanpaolo Bank Ireland), nonché l’assistenza specialistica per il sostegno ai processi di internazionalizzazione delle aziende italiane e per il sostegno all’export;
- Financial Institutions, cui compete la relazione con le istituzioni finanziarie italiane ed estere, la gestione dei servizi transazionali nell’ambito dei sistemi di pagamento  nonché della custodia e del regolamento titoli, di banca depositaria e corrispondente relativi alla clientela local;
- Banca IMI, deputata all’attività di investment banking, ossia di realizzazione di prodotti di finanza strutturata e di consulenza nel campo del M&A per la clientela del Gruppo, e a quella di capital markets per i clienti del Gruppo e gli operatori istituzionali nelle attività di market making;
- Merchant Banking, che opera nel comparto del private equity anche tramite le società Private Equity International (PEI) e IMI Investimenti.
Nel perimetro della Divisione rientrano inoltre l’attività di Leasint, Mediofactoring e quella di gestione del portafoglio proprietario del Gruppo.

 
La Divisione Corporate e Investment Banking nel terzo trimestre 2010 registra:
- proventi operativi netti per 777 milioni di euro, in flessione del 6,9% rispetto agli 834 milioni del secondo trimestre 2010;
- oneri operativi per 226 milioni, in aumento del 2% rispetto ai 222 milioni del secondo trimestre 2010;
- un risultato della gestione operativa di 550 milioni, in diminuzione del 10,2% rispetto ai 612 milioni del secondo trimestre 2010;
- un cost/income ratio al 29,1%, rispetto al 26,6% del secondo trimestre 2010;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 123 milioni, rispetto ai 108 milioni del secondo trimestre 2010;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 428 milioni, in calo del 14,4% rispetto ai 500 milioni del secondo trimestre 2010;
- un risultato netto di 284 milioni, in diminuzione del 20,9% rispetto ai 359 milioni del secondo trimestre 2010.


La Divisione Corporate e Investment Banking nei primi nove mesi del 2010 registra:
- proventi operativi netti per 2.561 milioni di euro, in flessione del 7,9% rispetto ai 2.781 milioni dei primi nove mesi del 2009, pari al 21% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (incidenza invariata rispetto ai primi nove mesi del 2009);
- oneri operativi per 656 milioni, in aumento dell’ 1,2% rispetto ai 648 milioni dei primi nove mesi del 2009;
- un risultato della gestione operativa di 1.905 milioni, in diminuzione del 10,7% rispetto ai 2.133 milioni dei primi nove mesi del 2009;
- un cost/income ratio al 25,6%, rispetto al 23,3% dei primi nove mesi del 2009;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 333 milioni, più che dimezzatosi rispetto ai 787 milioni dei primi nove mesi del 2009;
-  utili su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti con saldo negativo di 4 milioni  rispetto al saldo nullo dei primi nove mesi del 2009;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 1.568 milioni, in aumento del 16,6% rispetto ai 1.345 milioni dei primi nove mesi del 2009;
- un risultato netto di 1.061 milioni, in crescita del 16,3% rispetto ai 912 milioni dei primi nove mesi del 2009.

 

Public Finance ha il compito di servire la clientela Stato, enti pubblici, enti locali, public utilities, general contractor e sanità pubblica e privata, sviluppando le attività di finanziamento e l’operatività bancaria corrente, la finanza di progetto, le cartolarizzazioni e la consulenza di carattere finanziario, con l'obiettivo di favorire la collaborazione tra pubblico e privato e di assistere le iniziative e i progetti di investimento nelle grandi infrastrutture, la sanità, la ricerca e la pubblica utilità in genere. L’attività è svolta tramite Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo.


 
Public Finance nel terzo trimestre 2010 registra:
- proventi operativi netti per 81 milioni di euro, in flessione del 4,2% rispetto agli 85 milioni del secondo trimestre 2010;
- oneri operativi per 17 milioni, in diminuzione dell’ 11,1% rispetto ai 19 milioni del secondo trimestre 2010;
- un risultato della gestione operativa di 64 milioni, in flessione del 2,1% rispetto a 65 milioni del secondo trimestre 2010;
-  un cost/income ratio in miglioramento al 21,1% dal 22,7% del secondo trimestre 2010;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette di 5 milioni, dimezzatosi rispetto ai 10 milioni del secondo trimestre 2010;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 59 milioni, in crescita del 5,9% rispetto ai 56 milioni del secondo trimestre 2010;
- un risultato netto di 38 milioni, in aumento del 9,4% rispetto ai 34 milioni del secondo trimestre 2010.


Public Finance nei primi nove mesi del 2010 registra:
- proventi operativi netti per 240 milioni di euro, pari al 2% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (incidenza invariata rispetto ai primi nove mesi del 2009), con una diminuzione del 26,6% rispetto ai 327 milioni dei primi nove mesi del 2009 dovuta alla contrazione degli spread;
- oneri operativi per 56 milioni, in diminuzione del 6,7% rispetto ai 60 milioni dei primi nove mesi del 2009;
- un risultato della gestione operativa di 184 milioni, in calo del 31,1% rispetto a 267 milioni dei primi nove mesi del 2009;
-  un cost/income ratio pari al 23,3%, rispetto al 18,3% dei primi nove mesi del 2009;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette di 18 milioni, rispetto agli 80 milioni dei primi nove mesi del 2009;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 166 milioni, in diminuzione dell’ 11,2% rispetto ai 187 milioni dei primi nove mesi del 2009;
- un risultato netto di 103 milioni, uguale a quello dei primi nove mesi del 2009.


La Divisione Banche Estere presidia l’attività del Gruppo sui mercati esteri nei quali è presente tramite banche commerciali controllate e partecipate, fornisce indirizzo, coordinamento e supporto alle controllate estere che svolgono prevalentemente attività bancaria retail; è responsabile della definizione delle linee strategiche di sviluppo del Gruppo relativamente alla presenza diretta sui mercati esteri, con esplorazione sistematica e analisi di nuove opportunità di crescita sui mercati già presidiati e su nuovi mercati, del coordinamento dell’operatività delle banche estere e della gestione delle relazioni delle banche estere con le strutture centralizzate della Capogruppo e con le filiali o altri uffici esteri della Divisione Corporate e Investment Banking. La Divisione è strutturata in tre Direzioni, a presidio dei diversi ambiti geografici in cui opera: i) la Direzione Area Banche SEE, cui fanno capo le partecipazioni nelle banche operanti in Europa Sud Orientale, Privredna Banka Zagreb in Croazia, Banca Intesa Beograd in Serbia, Intesa Sanpaolo Banka Bosna i Hercegovina in Bosnia-Erzegovina, Intesa Sanpaolo Bank Albania, Intesa Sanpaolo Bank Romania e Banca CR Firenze Romania; ii) la Direzione Area Banche CEE, cui fanno capo le partecipazioni nelle banche operanti in Europa Centro Orientale, Banka Koper in Slovenia, VUB Banka in Slovacchia, CIB Bank in Ungheria; iii) la Direzione Aree Banche CIS e South Mediterranean, cui fanno capo le controllate Banca Intesa nella Federazione Russa, Pravex-Bank in Ucraina e Bank of Alexandria in Egitto.


 
La Divisione Banche Estere nel terzo trimestre 2010 registra:
- proventi operativi netti per 573 milioni di euro, in aumento dello 0,8% rispetto ai 568 milioni del secondo trimestre 2010;
- oneri operativi per 281 milioni, in diminuzione del 2,6% rispetto ai 289 milioni del secondo trimestre 2010;
- un risultato della gestione operativa di 291 milioni, in aumento del 4,3% rispetto ai 279 milioni del secondo trimestre 2010;
- un cost/income ratio in miglioramento al 49,1% dal 50,8% del secondo trimestre 2010;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 136 milioni, rispetto ai 143 milioni del secondo trimestre 2010;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 157 milioni, in aumento del 14,4% rispetto ai 137 milioni del secondo trimestre 2010;
-  un risultato netto di 116 milioni, in crescita del 24,5% rispetto ai 93 milioni del secondo trimestre 2010.

La Divisione Banche Estere nei primi nove mesi del 2010 registra:
- proventi operativi netti per 1.698 milioni di euro, in crescita dell’ 1,4% rispetto ai 1.674 milioni dei primi nove mesi del 2009, pari al 14% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (13% nei primi nove mesi del 2009);
- oneri operativi per 852 milioni, in flessione dell’ 1,4% rispetto agli 864 milioni dei primi nove mesi del 2009;
- un risultato della gestione operativa di 846 milioni, in aumento del 4,4% rispetto agli 810 milioni dei primi nove mesi del 2009;
- un cost/income ratio in miglioramento al 50,2%, dal 51,6% dei primi nove mesi del 2009;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 410 milioni, rispetto ai 479 milioni dei primi nove mesi del 2009;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 438 milioni, in aumento del 31,9% rispetto ai 332 milioni dei primi nove mesi del 2009;
-  un risultato netto di 324 milioni, in crescita del 27,1% rispetto ai 255 milioni dei primi nove mesi del 2009.


Banca Fideuram, tramite la propria rete di private bankers, svolge attività di asset gathering al servizio della clientela con un potenziale di risparmio medio/alto e nel terzo trimestre 2010 registra:
- proventi operativi netti per 182 milioni di euro, in linea con il secondo trimestre 2010;
- oneri operativi per 84 milioni, in diminuzione del 4,3% rispetto agli 87 milioni del secondo trimestre 2010;
- un risultato della gestione operativa di 98 milioni, in aumento del 3,8% rispetto ai 95 milioni del secondo trimestre 2010;
- un cost/income ratio in miglioramento al 46% dal 48% del secondo trimestre 2010;
- accantonamenti e rettifiche nette per 15 milioni, rispetto ai 33 milioni del secondo trimestre 2010;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 83 milioni, in aumento del 33,8% rispetto ai 62 milioni del secondo trimestre 2010;
- un risultato netto di 41 milioni, rispetto ai 14 milioni del secondo trimestre 2010; escludendo l’effetto degli oneri derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione, il risultato netto del terzo trimestre 2010 sarebbe di 64 milioni, rispetto ai 38 milioni del secondo trimestre 2010.


 
Banca Fideuram nei primi nove mesi del 2010 registra:
- proventi operativi netti per 573 milioni di euro, in aumento del 10% rispetto ai 521 milioni dei primi nove mesi del 2009, pari al 5% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (4% nei primi nove mesi del 2009);
- oneri operativi per 255 milioni, in diminuzione del 2,7% rispetto ai 262 milioni dei primi nove mesi del 2009;
- un risultato della gestione operativa di 318 milioni, in crescita del 22,8% rispetto ai 259 milioni dei primi nove mesi del 2009;
- un cost/income ratio in miglioramento al 44,5% dal 50,3% dei primi nove mesi del 2009;
- accantonamenti e rettifiche nette per 59 milioni, rispetto ai 40 milioni dei primi nove mesi del 2009;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 259 milioni, in aumento del 18,3% rispetto ai 219 milioni dei primi nove mesi del 2009;
- un risultato netto di 114 milioni, in aumento del 9,6% rispetto ai 104 milioni dei primi nove mesi del 2009; escludendo l’effetto degli oneri derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione, il risultato netto dei primi nove mesi del 2010 sarebbe di 185 milioni, rispetto ai 173 milioni dei primi nove mesi del 2009.

Le prospettive per l’esercizio in corso

Anche nell’ultima parte dell’esercizio in corso il Gruppo Intesa Sanpaolo perseguirà l’obiettivo prioritario di garantire una redditività sostenibile nel medio periodo, continuando a sviluppare l’attività fondata sulla relazione di lungo periodo con la clientela, a calibrare controllo dei costi e investimenti e a presidiare la qualità del credito, la liquidità e la patrimonializzazione.

Anche alla luce dei risultati dei primi nove mesi dell’anno, si ritiene che il Gruppo nel 2010 possa registrare un miglioramento dell’utile netto rispetto al 2009, conseguente in particolare a una diminuzione degli oneri operativi, del costo del cattivo credito e degli oneri di integrazione, nonché all’apporto delle componenti non ricorrenti.


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Ai fini di comparabilità dei risultati, i dati di conto economico del 2009 sono stati riesposti a seguito principalmente di due operazioni:
1. la cessione dell’attività di securities services, il cui accordo di compravendita è stato firmato nel dicembre 2009: per i primi tre trimestri del 2009 le relative componenti sono state deconsolidate linea per linea, attribuendo il relativo apporto in termini di utile netto agli utili dei gruppi di attività in via di dismissione;
2. l’acquisizione di 50 sportelli ceduti da Banca Monte dei Paschi di Siena, entrati nel perimetro di consolidamento integrale per quanto riguarda il conto economico nel terzo trimestre 2010: per il 2009 - nonché per i primi due trimestri 2010 - le relative componenti sono state consolidate linea per linea, attribuendo il relativo apporto in termini di utile netto agli utili di pertinenza di terzi.
Inoltre, sempre ai fini di comparabilità dei risultati, i dati di stato patrimoniale:
1. dei primi tre trimestri 2009 sono stati riesposti deconsolidando linea per linea le componenti relative all’attività di securities services e attribuendo il relativo apporto alle pertinenti voci di attivo e passivo concernenti i gruppi di attività in via di dismissione;
2. del primo trimestre 2010 e dei quattro trimestri 2009 sono stati riesposti consolidando linea per linea le componenti riguardanti  l’acquisizione dei 50 sportelli ceduti da Banca Monte dei Paschi di Siena perfezionata nel giugno 2010;
3. dei primi due trimestri 2010 e dei quattro trimestri 2009 sono stati riesposti consolidando linea per linea le componenti riguardanti l’acquisizione del restante 50% del capitale di Intesa Vita non detenuto dal Gruppo Intesa Sanpaolo, ceduto dal Gruppo Generali, perfezionata nel settembre 2010.
Infine, i dati di conto economico e di stato patrimoniale relativi alle aree di Business sono stati riesposti:
1. per il 2009 a seguito della divisionalizzazione degli apporti del Gruppo Banca CR Firenze, inclusivo di Casse del Centro, in precedenza interamente attribuiti alla Divisione Banca dei Territori;
2. per i primi 2 trimestri 2010 e per il 2009 a seguito dell’attribuzione a Banca Fideuram del ramo d’azienda Fideuram Vita scorporato da Eurizon Vita e quindi dalla Divisione Banca dei Territori.     


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L’utile netto normalizzato è stato calcolato escludendo le principali componenti non ricorrenti costituite da:

nel primo trimestre 2010: 1) 86 milioni di beneficio fiscale derivante dal rilascio di imposte differite connesso all’affrancamento dell’avviamento da parte di alcune controllate, inclusi nelle imposte sul reddito dell’attività corrente, 2) 23 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 16 milioni e 3) 92 milioni di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione;

nel secondo trimestre 2010: 1) 19 milioni di competenza del primo semestre 2010 di imposta straordinaria riguardante la controllata ungherese, inclusi nelle imposte sul reddito dell’attività corrente, 2) 664 milioni di plusvalenze derivanti dalla cessione dell’attività di securities services e relative imposte, che portano a una plusvalenza netta di 648 milioni inclusa nell’utile dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte, 3) 41 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 27 milioni e 4) 101 milioni di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione;

nel terzo trimestre 2010: 1) 9 milioni di imposta straordinaria riguardante la controllata ungherese, inclusi nelle imposte sul reddito dell’attività corrente, 2) 13 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 11 milioni e 3) 103 milioni di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione;

nel primo trimestre 2009: 1) 511 milioni di beneficio fiscale derivante dal rilascio di imposte differite connesso all’affrancamento delle attività immateriali a vita definita e del brand name, inclusi nelle imposte sul reddito dell’attività corrente, 2) 68 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 48 milioni, 3) 95 milioni  di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione e 4) 83 milioni di plusvalenze derivanti dalla cessione di CR Orvieto e di 17 sportelli e relative imposte, che portano a una plusvalenza netta di 63 milioni inclusa nell’utile dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte;

nel secondo trimestre 2009: 1) 60 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 38 milioni, e 2) 102 milioni  di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione;

nel terzo trimestre 2009: 1) 61 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 44 milioni, e 2) 98 milioni di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione;

nel quarto trimestre 2009: 1) 51 milioni rivenienti dalla transazione IMI-SIR inclusi negli altri proventi di gestione e relative imposte, 2) plusvalenze per 439 milioni derivanti dalla cessione di Findomestic e per 70 milioni derivanti da Esaote incluse negli utili su attività detenute sino a scadenza e relative imposte, 3) 131 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 84 milioni, 4) 90 milioni  di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione e 5) 60 milioni di pertinenza di terzi della predetta plusvalenza di 439 milioni derivante dalla cessione di Findomestic inclusi nell’utile di pertinenza di terzi.

 

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Allo scopo di consentire una più completa informativa sui risultati conseguiti nei primi nove mesi  del 2010, si allegano i prospetti relativi al conto economico e allo stato patrimoniale consolidati riclassificati inclusi nel resoconto approvato dal Consiglio di Gestione. Si precisa che tali prospetti e il resoconto trimestrale  non sono oggetto di verifica da parte della società di revisione.

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Il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Ernesto Riva, dichiara ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza che l’informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili.

 
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Questo comunicato stampa contiene previsioni e stime che riflettono le attuali opinioni del management Intesa Sanpaolo in merito ad eventi futuri. Previsioni e stime sono in genere identificate da espressioni come “è possibile,” “si dovrebbe,” “si prevede,” “ci si attende,” “si stima,” “si ritiene,” “si intende,” “si progetta,” “obiettivo” oppure dall’uso negativo di queste espressioni o da altre varianti di tali espressioni oppure dall’uso di terminologia comparabile. Queste previsioni e stime comprendono, ma non si limitano a, tutte le informazioni diverse dai dati di fatto, incluse, senza limitazione, quelle relative alla posizione finanziaria futura di Intesa Sanpaolo e ai risultati operativi, la strategia, i piani, gli obiettivi e gli sviluppi futuri nei mercati in cui Intesa Sanpaolo opera o intende operare.
La capacità del Gruppo Intesa Sanpaolo di raggiungere i risultati previsti dipende da molti fattori al di fuori del controllo del management. I risultati effettivi possono differire significativamente (ed essere più negativi di) da quelli previsti o impliciti nei dati previsionali. Tali previsioni e stime comportano rischi ed incertezze che potrebbero avere un impatto significativo sui risultati attesi e si fondano su assunti di base.
I seguenti rilevanti fattori potrebbero far sì che i risultati effettivi del Gruppo differiscano significativamente da quelli previsti o impliciti nei dati previsionali:
• la capacità del Gruppo di integrare con successo dipendenti, prodotti, servizi e sistemi nell’ambito di fusioni e acquisizioni;
• l'effetto delle decisioni delle autorità di vigilanza e dei cambiamenti nel quadro normativo;
• l'effetto degli sviluppi politici ed economici in Italia e negli altri paesi in cui opera il Gruppo;
• l'effetto delle fluttuazioni nei tassi di cambio e di interesse;
• la capacità del Gruppo di ottenere il rendimento atteso dagli investimenti realizzati in Italia e negli altri paesi;
• la capacità del Gruppo di finalizzare azioni di capital management (dismissioni totali o parziali, partnerships, quotazioni, ecc.) riguardanti attività non strategiche.
I fattori suddetti non costituiscono una lista completa. A seguito di tali incertezze e rischi, si avvisano i lettori che non devono fare eccessivo affidamento su tali informazioni di carattere previsionale come previsione di risultati effettivi. Le previsioni e le stime ivi formulate si basano su informazioni a disposizione di Intesa Sanpaolo alla data odierna. Intesa Sanpaolo non si assume alcun obbligo di aggiornare pubblicamente e di rivedere previsioni e stime a seguito della disponibilità di nuove informazioni, di eventi futuri o di altro, fatta salva l’osservanza delle leggi applicabili. Tutte le previsioni e le stime successive, scritte ed orali, attribuibili a Intesa Sanpaolo o a persone che agiscono per conto della stessa sono espressamente qualificate, nella loro interezza, da queste dichiarazioni cautelative
.


 

 

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