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Milano, 9 settembre 2002
 
 

Presentato il Piano di Impresa 2003-2005
CRESCITA, EFFICIENZA, CREAZIONE DI VALORE
1,5 miliardi € di ricavi in più, 1,5 miliardi € di costi in meno
Cost/Income da 67% (2001) a 52% (2005)
ROE da 6,7% (2001) a 14,8% (2005)
Nel 2003 ratio patrimoniali in ordine senza aumenti di capitale
Uscita totale dall’America Latina
Alleanze con Credit Agricole, Gruppo Generali e Gruppo Lazard

Si è tenuto oggi, sotto la presidenza di Giovanni Bazoli, il Consiglio di Amministrazione di IntesaBci. E’ stato approvato, assieme alla relazione semestrale al 30 giugno 2002, il Piano di Impresa 2003-2005 presentato dall’Amministratore Delegato e CEO Corrado Passera.

 

Il Piano di Impresa 2003-2005 del Gruppo IntesaBci affronta e risolve le principali criticità, attiva il grande potenziale di crescita ancora inespresso, assicura una positiva inversione di tendenza dei risultati già nel 2003 e pone il Gruppo nella condizione di raggiungere risultati soddisfacenti entro il 2004 e collocarsi entro i 3 anni del piano fra i best performer del settore bancario.

 

 

Il Piano risolve le criticità del Gruppo IntesaBci

 

1) Qualità degli Asset e Profilo di Rischio

Al fine di migliorare la qualità degli asset e ridurre il profilo di rischio del Gruppo, si sta intervenendo in molteplici direzioni quali per esempio:

·        riduzione della esposizione del Gruppo nell’attività Corporate, con particolare riferimento al Large Corporate.

·        riduzione dell’esposizione sui mercati internazionali, attraverso l’uscita dall’America Latina e la riduzione dell’attività corporate internazionale (Large e Mid).

·        ridimensionamento di alcune attività non strategiche, come il trading di credit derivative.

·        rafforzamento consistente della attività del Credit Department e del Risk Management di Gruppo, oltre che di tutti i sistemi interni di erogazione e monitoraggio del credito.

 

Ciò porterà:

·        a una maggiore incidenza del settore Retail (Divisione Rete, Banche Italia e Società Prodotto) rispetto al settore Corporate: dal 42% del 2001, il settore Retail crescerà fino al 60% nel 2005.

·        a una maggiore incidenza della presenza in Italia rispetto alla presenza all’estero: nel 2001 il 71% degli attivi è stato realizzato sul mercato domestico, nel 2005 la percentuale salirà all’87%.

·        a una diminuzione di un terzo del rapporto tra sofferenze nette e impieghi netti, rapporto che scenderà dal 3% del 2001 ad almeno il 2% nel 2005.

2) Presenza in America Latina

Il Piano prevede l’uscita completa dall’America Latina nei prossimi mesi, imputando all’attuale esercizio – al meglio della conoscenza che si potrà avere entro i tempi del bilancio 2002 – gli ulteriori oneri derivanti dalle operazioni di dismissione. E’ infatti attesa una plusvalenza dalla cessione del Brasile mentre sono invece prevedibili ulteriori oneri per le complesse dismissioni dell’Argentina, del Perù e degli altri paesi (Uruguay, Paraguay, ecc).

 

3) Livello di Patrimonializzazione

Il Piano dedica massima attenzione al sostanziale miglioramento degli attuali coefficienti patrimoniali, che risentiranno negativamente nel secondo semestre 2002 dell’esercizio dei Put Warrant.

Il Piano non prevede operazioni sul capitale, ma una serie di azioni a breve termine per ridurre gli asset “non core” (partecipazioni e immobili per almeno 24 miliardi di euro) e per diminuire il portafoglio crediti non strategico e/o non redditizio (oltre 19 miliardi di euro). A partire dal 2003 si aggiungeranno i benefici del recupero di redditività, nonché quelli derivanti dal riutilizzo delle azioni rivenienti dai Put Warrant.

 

4) Redditività e creazione di Valore

Obiettivo primario del Piano di Impresa 2003-2005 è riportare entro il 2003 il Gruppo IntesaBci a produrre valore e a posizionarsi entro il 2005 tra i best perfomer del mercato in termini di creazione di valore, sfruttando le importanti potenzialità inespresse, il ruolo nel Paese, la professionalità e l’impegno del suo capitale umano.

 

In estrema sintesi questi sono gli indicatori-chiave che riassumono gli obiettivi del Piano industriale:

 

Gruppo IntesaBci - indicatori chiave

 

2001

Obiettivi al 2005

Cost/income

67%

52%

ROE

6,7%

14,8%

EVA

€ -768 milioni

€ 620 milioni

EPS

€ 0,14

€ 0,31 –0,35

Tier 1 capital ratio

6,0%

8,6%

Tier1 ratio al netto pref. shares

5,3%

7,7%

 

 

Per poter aspirare ad un così significativo miglioramento dei risultati si sono dovute definire con chiarezza le responsabilità attraverso una nuova struttura organizzativa affidata ad una forte squadra di manager.

 

La nuova struttura organizzativa prevede un’incisiva semplificazione che riporta a unità il Gruppo, assicura chiarezza di comando attraverso la figura del CEO e accelera l’integrazione di tutte le componenti.

 

La nuova struttura si basa su:

·        quattro Divisioni di Business - Rete, Banche Italia, Banche Estero e Corporate (in corso di costituzione) - alle quali sono affidati tutti i clienti del Gruppo;

·        una serie di Società Prodotto che sono funzionali allo sviluppo delle Divisioni di Business e hanno il compito di allargare ulteriormente il mercato servito;

·         Strutture di Gruppo (Direzioni Centrali e Società di Servizio), con precisi obiettivi di qualità, crescita e conto economico.

 

La squadra di management che è andata formandosi negli ultimi tre mesi si rafforzerà ulteriormente, anche con innesti dall’esterno nei prossimi mesi.


Il Piano si propone una crescita dei ricavi di oltre 1,5 miliardi di euro e una riduzione dei costi e delle rettifiche nette su crediti per 1,5 miliardi di euro per un totale di 3 miliardi di miglioramento del risultato ordinario.

 

Crescere attraverso un   servizio alla clientela significativamente migliore.

Il miglioramento del servizio alla clientela – sia nel settore retail sia nel settore Corporate -  sarà il risultato di un mix di azioni: il completamento dell’integrazione; la rapida unificazione dei sistemi informativi di Gruppo; la semplificazione e l’affidabilità delle procedure; la crescita della professionalità del personale - con un piano di formazione pluriennale che coinvolgerà tutti i collaboratori  e con regole e azioni che punteranno decisamente sulla valorizzazione dei “talenti” e sulla responsabilizzazione di ognuno sui risultati. Sono inoltre previsti cospicui investimenti per la modernizzazione degli apparati e delle strutture di rete, anche attraverso un layout delle filiali più funzionale e innovativo e attraverso una migliore copertura del territorio. Verrà proposta anche un’offerta ampia, coerente e “tagliata su misura” per le esigenze delle tipologie sempre più differenziate di clientela. Tutte queste azioni – alcune delle quali iniziate prima del lancio del Piano – permetteranno di raggiungere un obiettivo importante: far sentire il cliente realmente “al centro” delle attenzioni della banca.  È questo uno degli impegni che il Gruppo IntesaBci prende con la propria clientela, attraverso il Piano di Impresa.

 

Ridurre i costi per essere competitivi

Il contenimento dei costi avverrà operando su tutte le componenti: spese di personale (aumenteranno però significativamente le spese per la formazione); altre spese operative (aumenteranno però quelle indirizzate allo sviluppo per esempio la comunicazione); costo del cattivo credito (attraverso un miglior livello del credito si ritornerà ad accantonamenti fisiologici).

 

Le quattro leve del cambiamento

1) Innovazione

La scelta strategica del netto e rapido miglioramento del servizio alla clientela in ogni area di attività prevede che tutto il Gruppo sia “attraversato” da un profondo processo di innovazione organizzativa, commerciale e tecnologica. Nel corso del triennio 2003–2005 saranno perciò investiti 1,2 miliardi di euro, gran parte dei quali saranno indirizzati verso l’ammodernamento e l’efficientamento delle strutture ITC, lo sviluppo, la modernizzazione delle reti, la realizzazione del nuovo lay-out di filiale, ecc.

 

2) Investimento nel capitale umano

La qualità e la responsabilizzazione di tutti i collaboratori giocheranno un ruolo di primo piano in particolare nel miglioramento del servizio alla clientela. Il primo obiettivo è accelerare l’integrazione, riconducendo i diversi modelli culturali – che rappresentano storie di successo delle banche di provenienza – a un’identificazione forte nel Gruppo IntesaBci, nei suoi valori, nelle sue regole e nei suoi obiettivi. Particolare importanza assume perciò la comunicazione interna, che dovrà essere costante, trasparente e diffusa sia dalle strutture centrali, sia nelle singole unità operative. Fondamentale per l’attuazione del Piano è la formazione. A questo proposito è previsto un grande impegno che prevede 800.000 giornate di formazione nei tre anni.

 

3) Alleanze

Nell’attuale contesto – e ancor più in futuro – le alleanze hanno un ruolo imprescindibile per raggiungere la massa critica necessaria a ottenere le migliori economie di scala, per poter sostenere investimenti cospicui e per partecipare da protagonisti ai grandi network internazionali del sistema bancario e finanziario. Tre importanti alleanze sono previste dal Piano di Impresa:

·        con il Gruppo Credit Agricole, nella costituenda Banca Private, nel credito al consumo e nella Bancassurance

·        con il Gruppo Assicurazioni Generali, nella Bancassurance e nella previdenza integrativa

·        con il Gruppo Lazard nel settore dell’Advisory (M&A e Equity Origination)

 

4) Comunicazione.

Il Piano di Impresa si propone di operare un netto salto di qualità anche in questo settore, con l’obiettivo di:

·        creare la nuova identità di Gruppo, rivedendo il logo di Gruppo (da IntesaBci a Banca Intesa) e tutti i loghi e brand utilizzati, in un’ottica di rivalorizzazione anche del marchio Comit nel settore del Corporate Banking.

·        instaurare un rapporto ancor più trasparente con il mercato, la comunità finanziaria e l’opinione pubblica (in particolare attraverso l’informazione periodica sui piani e i risultati di ogni struttura del Gruppo, attraverso incontri con il top management e una presenza ancora più costante della funzione di Investor Relation).

·        stringere rapporti continuativi con le associazioni dei consumatori (in un’ottica di monitoraggio permanente della qualità del servizio e di educazione al consumerismo, anche per individuare, progettare e lanciare prodotti e servizi sempre più adatti alle esigenze dei clienti).

 

Bilancio semestrale

 

La relazione semestrale al 30 giugno 2002 presenta i seguenti risultati:

 

·        risultato di gestione in diminuzione del 16,4% a 1.736 milioni di euro dai 2.076 del primo semestre 2001, riconducibile al calo dei ricavi determinato dallo sfavorevole contesto macroeconomico (il margine d’intermediazione registra una diminuzione del 9% a 5.195 milioni da 5.711 milioni), solo in parte compensato dal contenimento dei costi operativi (in riduzione del 4,8% a 3.459 milioni di euro da 3.635 milioni). La diminuzione risulterebbe del 10,4% al netto della componente di ricavi non ricorrente (dividendi incassati nel primo semestre 2001 a seguito dell’operazione di merchant banking Seat Pagine Gialle) e dell’effetto cambio (dovuto al rilevante deprezzamento delle principali monete di conto delle partecipate sudamericane nel primo semestre 2002);

 

·        utile delle attività ordinarie in calo a 279 milioni di euro, dai 1.066 milioni del primo semestre 2001, come conseguenza dell’andamento negativo del risultato di gestione e della rigorosa politica di accantonamenti attuata nel quadro dell’approccio prudenziale del Piano di Impresa 2003-2005. Infatti, il complesso degli accantonamenti e delle rettifiche nette di valore evidenzia un incremento di circa 450 milioni di euro (+44,3% a 1.457 milioni da 1.010 milioni), cui hanno concorso per oltre 200 milioni le posizioni Marconi e Worldcom e per circa 170 milioni gli stanziamenti per rettificare integralmente il valore relativo alle partecipate peruviane;

 

·        utile netto consolidato in contrazione a 114 milioni di euro, rispetto ai 1.386 milioni del primo semestre 2001; i due dati sono peraltro scarsamente comparabili, poiché al 30 giugno dello scorso anno erano stati contabilizzati proventi netti straordinari per 776 milioni di euro a fronte dei 62 milioni del primo semestre 2002. La Capogruppo IntesaBci S.p.A. ha contribuito con un utile netto di 174 milioni di euro (714 milioni nel primo semestre 2001);

 

·        crediti verso la clientela   a circa 177 miliardi di euro, in diminuzione del 3,8% rispetto a fine 2001 e del 6,4% rispetto al giugno 2001; il rapporto sofferenze/impieghi, al netto delle rettifiche di valore, si attesta al 3,1% rispetto al 3% evidenziato al 31 dicembre 2001, con un grado di copertura delle sofferenze salito al 61% dal 59%.

 

·        massa amministrata per conto della clientela a oltre 504 miliardi di euro, con una flessione dell’ 1,9% rispetto al dicembre 2001 e un aumento dello 0,6% rispetto al giugno 2001;

 

·        coefficienti patrimoniali pari al 6,4% (6% a fine 2001) per il rapporto tra patrimonio di base di Vigilanza e attività ponderate per il rischio (Tier 1 ratio) e al 10,3% (9,3% a fine 2001) per il rapporto concernente il patrimonio totale di Vigilanza.

 

Nel secondo semestre 2002 verranno apportati in bilancio due importanti accantonamenti, oltre all’accantonamento per l’esercizio dei Put Warrant:

 

  • accantonamenti per gli oneri di ristrutturazione
  • accantonamenti per l’uscita dall’America Latina

 

Ciò permetterà di evitare ulteriori impatti nei conti dei prossimi anni per eventi straordinari legati alla rifocalizzazione e ristrutturazione del Gruppo.

 

Una Banca per il Paese

 

Il Gruppo IntesaBci è uno dei principali asset del sistema finanziario italiano. Il Piano di Impresa 2003-2005 vuole rafforzare questo ruolo di “Banca per il Paese”. Ciò significa in particolare:

·        accompagnare e sostenere lo sviluppo delle aziende italiane che vogliono crescere, sia in Italia sia all’estero (con una presenza nel territorio ancora più integrata e attiva, con prodotti e servizi per il sistema industriale - in particolare medie e piccole imprese - ma anche e soprattutto con professionalità dedicate). Ciò prevede un notevole miglioramento della formazione di competenze nel territorio, con vantaggio anche per il miglioramento del profilo del rischio e della redditività.

·        contribuire a soddisfare nel modo migliore – ma il più possibile semplice e trasparente – i bisogni finanziari dei cittadini e ad aumentare l’efficienza della Pubblica Amministrazione, grazie all’offerta di prodotti e servizi sempre più innovativi e competitivi.

·        aumentare grazie all’ammodernamento di una componente rilevante del settore bancario e finanziario italiano la competitività del sistema-Paese.

***

 

Attuare rigorosamente il programma previsto dal Piano di Impresa 2003-2005 – articolato in oltre cento progetti specifici – è alla portata del Gruppo IntesaBci. Sarà un lavoro non semplice, che occuperà i prossimi tre anni. I risultati e i miglioramenti dovranno però essere percepibili già dal 2003 e saranno continuamente monitorabili dal mercato e dall’opinione pubblica.

 

 

 

Allo scopo di consentire una più completa informativa sui risultati conseguiti nel periodo si allegano i prospetti relativi al conto economico ed ai dati patrimoniali consolidati (riclassificati in forma sintetica) inclusi nella Relazione approvata dal Consiglio di Amministrazione. Si precisa che la società di revisione incaricata di certificare, su base limitata, la relazione semestrale non ha ancora completato il proprio esame.

 

La Relazione semestrale al 30 giugno 2002 viene resa pubblica nei termini di cui all’art.82, comma 2, del Regolamento Consob n. 11971 del 14 maggio 1999 (e successive modifiche) in luogo della Relazione relativa al secondo trimestre dell’esercizio.

 

Si segnala, infine, che la relazione trimestrale al 30 settembre 2002 sarà presentata per approvazione al Consiglio di Amministrazione convocato per il 12 novembre p.v..




 

Conto economico consolidato riclassificato
Evoluzione trimestrale del conto economico riclassificato
Dati patrimoniali consolidati

 

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