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INTESA SANPAOLO: RISULTATI CONSOLIDATI AL 31 MARZO 2013

IN STATO PATRIMONIALE ASSAI SOLIDO: INTESA SANPAOLO, UNA DELLE POCHE BANCHE AL MONDO GIA’ IN LINEA CON I REQUISITI DI BASILEA 3 PER PATRIMONIALIZZAZIONE E LIQUIDITA’, RAFFORZA ULTERIORMENTE LA PROPRIA LEADERSHIP.

RISULTATI ROBUSTI NEL PRIMO TRIMESTRE GRAZIE ALLA REDDITIVITA’ OPERATIVA, CON UNA NOTEVOLE CRESCITA DELLE COMMISSIONI E UN FORTE CALO DEGLI ONERI OPERATIVI.

LA PERFORMANCE E’ ANCORA PIU’ SOLIDA SE LA SI CORREGGE PER IL “COSTO OPPORTUNITA’” DI MISURE PRUDENZIALI STRAORDINARIE PRESE A FRONTE DELLE GRANDI E INATTESE INCERTEZZE DEL CONTESTO ESTERNO (CIPRO ED ELEZIONI POLITICHE IN ITALIA) CHE ORA NON SUSSISTONO PIU’.

  • ELEVATA PATRIMONIALIZZAZIONE, IN ULTERIORE MIGLIORAMENTO E LARGAMENTE SUPERIORE AI REQUISITI NORMATIVI: COMMON EQUITY BASILEA 3 PRO-FORMA +10pb A 10,7%
  • RISULTATO DELLA GESTIONE OPERATIVA CHE RIFLETTE:
    • INTERESSI NETTI IN DIMINUZIONE PRINCIPALMENTE A CAUSA DI 20 MILIARDI DI EURO DI RISERVA STRAORDINARIA DI LIQUIDITA’
    • COMMISSIONI NETTE IN SIGNIFICATIVA CRESCITA (+4,4% VS 4° TRIM. 2012 ESCLUDENDO LE COMMISSIONI DI PERFORMANCE; +11,3% VS 1° TRIM. 2012)
    • ONERI OPERATIVI IN FORTE CALO (-8,8% VS 4° TRIM. 2012; -5% VS 1° TRIM. 2012)
  • UTILE ANTE IMPOSTE RADDOPPIATO RISPETTO AL 4° TRIM. 2012 NONOSTANTE ~250 MILIONI DI EURO DI “COSTO OPPORTUNITA’” DELLE MISURE PRUDENZIALI STRAORDINARIE NEL PRIMO TRIMESTRE:
    • ~100 MILIONI DI “COSTO OPPORTUNITA’” DA 20 MILIARDI DI EURO DI RISERVA STRAORDINARIA DI LIQUIDITA’ A RENDIMENTO ZERO
    • ~150 MILIONI DI “COSTO OPPORTUNITA’” DALL’AUMENTO DEL GRADO DI COPERTURA DEI CREDITI DETERIORATI (GIA’ AI MASSIMI LIVELLI), +60pb VS 4° TRIM. 2012, NONOSTANTE I SEGNALI DI MIGLIORAMENTO NEL TREND DEL CREDITO (FLUSSI NETTI DI CREDITI DETERIORATI IN CALO DEL 32,5% VS 4° TRIM. 2012)
  • ROBUSTO UTILE NETTO A € 306 MLN NONOSTANTE L’ELEVATO ONERE FISCALE (€ 364 MLN)
  • UTILE NETTO NORMALIZZATO(1) A € 392 MLN, IL PIU’ ELEVATO DEGLI ULTIMI QUATTRO TRIMESTRI

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(1) Nota metodologica sul calcolo dell’utile netto normalizzato a pagina 16.
 

DATI DI SINTESI

COEFFICIENTI
PATRIMONIALI:

COMMON EQUITY BASILEA 3 PRO-FORMA A 10,7%

CORE TIER 1 A 11,3% A PARITA’ DI TRATTAMENTO DEGLI INVESTIMENTI
ASSICURATIVI, A 10,7% CON IL NUOVO TRATTAMENTO

TIER 1 A 12,1% A PARITA’ DI TRATTAMENTO DEGLI INVESTIMENTI
ASSICURATIVI, A 11,6% CON IL NUOVO TRATTAMENTO

EBA PRO-FORMA A 10,5% A PARITA’ DI TRATTAMENTO DEGLI
INVESTIMENTI ASSICURATIVI, A 9,9% CON IL NUOVO TRATTAMENTO

PROVENTI OPERATIVI
NETTI:

-8,3% A € 4.119 MLN DA € 4.494 MLN DEL 4° TRIM. 2012;
-14,4% DA € 4.813 MLN DEL 1° TRIM. 2012

ONERI OPERATIVI:

-8,8% A € 2.096 MLN DA € 2.297 MLN DEL 4° TRIM. 2012;
-5% DA € 2.207 MLN DEL 1° TRIM. 2012

RISULTATO GESTIONE
OPERATIVA:

-7,9% A € 2.023 MLN DA € 2.197 MLN DEL 4° TRIM. 2012;
-22,4% DA € 2.606 MLN DEL 1° TRIM. 2012

RISULTATO CORRENTE
LORDO IMPOSTE:

+99% A € 768 MLN DA € 386 MLN DEL 4° TRIM. 2012;
-49,8% DA € 1.531 MLN DEL 1° TRIM. 2012

IMPOSTE:

€ 364 MLN RISPETTO A € 291 MLN DEL 4° TRIM. 2012
E A € 626 MLN DEL 1° TRIM. 2012

RISULTATO NETTO:

€ 306 MLN RISPETTO A € -83 MLN DEL 4° TRIM. 2012
E A € 804 MLN DEL 1° TRIM. 2012

UTILE NETTO
NORMALIZZATO:

€ 392 MLN RISPETTO A € 102 MLN DEL 4° TRIM. 2012
E A € 708 MLN DEL 1° TRIM. 2012

 

Torino, Milano, 14 maggio 2013 – Si è riunito oggi il Consiglio di Gestione di Intesa Sanpaolo, che ha approvato il resoconto intermedio consolidato al 31 marzo 2013 (2).  

Il Gruppo nel primo trimestre 2013 ha conseguito risultati importanti e solidi,  nonostante il contesto di mercato difficile abbia comportato l’attuazione di una politica particolarmente rigorosa e prudenziale di ulteriore rafforzamento dello stato patrimoniale già solido, rafforzando ulteriormente la patrimonializzazione, la liquidità e gli accantonamenti, con un conseguente significativo “costo opportunità” che penalizza la redditività nel breve periodo:

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(2) Nota metodologica sul perimetro di consolidamento a pagina 16.

 
● patrimonializzazione assai solida e in ulteriore miglioramento: ulteriormente rafforzati i coefficienti patrimoniali (già su livelli largamente superiori ai requisiti normativi) al 31 marzo 2013, tenendo conto dei dividendi maturati nel trimestre. Il common equity ratio pro-forma secondo Basilea 3 a regime è salito al 10,7%(3), dal 10,6% di fine 2012, livello top tra le maggiori banche europee. Il Core Tier 1 ratio è salito all’ 11,3% dall’ 11,2% di fine 2012, considerando il regime di deduzione degli investimenti assicurativi in vigore fino al 31 dicembre 2012, ed è risultato pari al 10,7%  considerando il nuovo regime(4). Il coefficiente EBA pro-forma(5) è risultato pari al 10,5% considerando il regime di deduzione degli investimenti assicurativi in vigore fino al 31 dicembre 2012 e al 9,9% considerando il nuovo regime, rispetto al requisito minimo del 9%;

● elevata liquidità e forte capacità di funding: attività liquide per 120 miliardi di euro ed elevata disponibilità di attivi stanziabili presso le Banche Centrali, corrispondenti a una liquidità di 84 miliardi di euro, a fine marzo 2013 (pari rispettivamente a 120 e 88 miliardi a fine aprile 2013); rispettati già oggi i requisiti di liquidità Liquidity Coverage Ratio e Net Stable Funding Ratio di Basilea 3, in largo anticipo sulle date previste per l’entrata in vigore a regime (2019 e 2018, rispettivamente);

● conti correnti e depositi da clientela in crescita del 4,4% rispetto a fine 2012;

● robusto utile netto: 306 milioni di euro nel primo trimestre 2013, con un utile netto normalizzato pari a 392 milioni, che è il più elevato degli ultimi quattro trimestri;

● utile ante imposte raddoppiato nel primo trimestre 2013 a 768 milioni di euro da 386 milioni del quarto trimestre 2012, nonostante la politica di accantonamenti rigorosa e prudenziale;

● risultati positivi da tutte le business unit;

● contributo importante e crescente del Wealth Management (6) : 392 milioni di euro di utile ante imposte nel primo trimestre 2013 (+19,2% rispetto al quarto trimestre 2012, +54,4% escludendo da quest’ultimo le commissioni di performance), di cui 69 milioni da Private Banking Italia (+0,6% rispetto al quarto trimestre 2012), 180 milioni da Assicurazioni (+62,5%), 48 milioni da Asset Management (-30,5%, +51,5% escludendo le commissioni di performance del  quarto trimestre 2012) e 95 milioni da Financial Advisors (+17,4%);

● forte crescita dell’ammontare di risparmio gestito: aumento di circa 8 miliardi di euro nel trimestre, proveniente prevalentemente dalla raccolta amministrata;

● sostenuta dinamica delle commissioni nette: 1.466 milioni di euro nel primo trimestre 2013, in crescita del 4,4% rispetto al quarto trimestre 2012, escludendo da quest’ultimo le commissioni di performance, e dell’ 11,3% rispetto al primo trimestre 2012;
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(3) Stimato applicando ai dati di bilancio del 31 marzo 2013 i parametri indicati a regime, considerando l’assorbimento totale delle imposte differite attive (DTA) relative all’affrancamento del goodwill e l’atteso assorbimento prima del 2019 delle DTA relative alle perdite pregresse e includendo i previsti benefici derivanti dalle azioni di ottimizzazione di fonti e fabbisogni di capitale e dall’assorbimento dello shock sul rischio sovrano.
(4) Dal 1° gennaio 2013 non vale più  il regime transitorio di Basilea 2 applicato da Banca d’Italia agli investimenti assicurativi effettuati ante 20 luglio 2006, che prevedeva la loro deduzione dal patrimonio di vigilanza totale anziché al 50% dal Tier 1 e al 50% dal Tier 2.
(5) Stimato sulla base del Core Tier 1 ratio al 31 marzo 2013 e dell’impatto della valutazione al fair value del rischio sovrano (volumi e prezzi del 30 settembre 2011).
(6) Private Banking Italia, Assicurazioni, Eurizon Capital e Banca Fideuram (inclusa Fideuram Vita).
 
 

● elevata efficienza, con un cost/income al 50,9%, tra i migliori nell’ambito delle maggiori banche europee;

● accelerazione nella riduzione dei costi operativi: -5% nel primo trimestre 2013 rispetto al primo trimestre 2012, con un risparmio nominale di 110 milioni di euro;

● politica di accantonamenti rigorosa e prudenziale, in un contesto di mercato di peggioramento del ciclo del credito:
- stanziamenti a fronte dei rischi creditizi per 1.166 milioni di euro nel primo trimestre 2013, in crescita del 19,8% rispetto al primo trimestre 2012,
- un livello di copertura specifica dei crediti deteriorati in crescita al 43,3%  rispetto al 42,7% del quarto trimestre 2012 (media dei concorrenti italiani: 34,7% a fine 2012),
- un robusto buffer di riserva sui crediti in bonis, pari a 2,5 miliardi di euro, mantenutosi su un livello prudenziale dello 0,8% (media dei concorrenti italiani: 0,5% a fine 2012).
La politica di accantonamenti rigorosa e prudenziale è dimostrata dall’ elevato tasso di recupero delle posizioni in sofferenza chiuse, pari mediamente al 146% del loro valore netto di carico nel periodo 2009 - primo trimestre 2013;

● significativo “costo opportunità” per il conto economico, pari a circa 250 milioni di euro ante imposte - 170 milioni dopo le imposte - su base trimestrale, per:
- circa 100 milioni di euro derivanti dalla riserva  di liquidità straordinaria di 20 miliardi di euro a rendimento zero, detenuta a fronte delle grandi e inattese incertezze del contesto esterno che ora non sussistono più (preoccupazioni sulla tenuta dell’Euro originati dalla vicenda di Cipro e stallo della situazione politica italiana che si è risolto a fine aprile);     
- circa 150 milioni di euro derivanti dall’aumento del grado di copertura dei crediti deteriorati (già ai massimi livelli) per 60 punti base rispetto al quarto trimestre 2012, nonostante i segnali di miglioramento nel trend del credito (flussi netti di crediti deteriorati in calo del 32,5% rispetto al quarto trimestre 2012).

 
I risultati di conto economico del primo trimestre 2013 


Il conto economico consolidato del primo trimestre 2013(7) registra proventi operativi netti pari a 4.119 milioni di euro, in diminuzione dell’ 8,3% rispetto ai 4.494 milioni del quarto trimestre 2012 e del 14,4% rispetto ai 4.813 milioni del primo trimestre 2012.

In quest’ambito, nel primo trimestre 2013 gli interessi netti ammontano a 2.022 milioni, in calo del 7,3% rispetto ai 2.181 milioni del quarto trimestre 2012 e del 19,2% rispetto ai 2.501 milioni del primo trimestre 2012.

Le commissioni nette sono pari a 1.466 milioni di euro, in flessione dello 0,9% rispetto ai 1.479 milioni del quarto trimestre 2012 (in crescita del 4,4% escludendo da quest’ultimo circa 75 milioni di euro di commissioni di performance relative al risparmio gestito). In dettaglio, si registra un aumento dello 0,4% delle commissioni da attività bancaria commerciale e una diminuzione del 3,7% delle commissioni da attività di gestione, intermediazione e consulenza (risparmio gestito, prodotti assicurativi, collocamento titoli,...), nel cui ambito la componente relativa al risparmio gestito scende del 17,1% (per effetto dei circa 75 milioni di euro di commissioni di performance registrati nel quarto trimestre 2012), quella relativa a intermediazione e collocamento di titoli sale del 7% e quella relativa ai prodotti assicurativi cresce del 15%. Le commissioni nette del primo trimestre 2013 sono in crescita dell’ 11,3% rispetto ai 1.317 milioni del primo trimestre 2012. In dettaglio, si registra un aumento del 10,9% per le commissioni da attività bancaria commerciale e dell’ 11,1% per quelle da attività di gestione, intermediazione e consulenza, nel cui ambito l’apporto da prodotti assicurativi cresce del 30,5%, quello da risparmio gestito sale del 9,1%  e quello da intermediazione e collocamento di titoli diminuisce del 2,1%.

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(7) In occasione della redazione del resoconto intermedio al 30 settembre 2008, sono intervenute - a seguito della crisi finanziaria internazionale - alcune modifiche nei principi contabili internazionali IAS, omologate dalla Commissione Europea, che in estrema sintesi hanno consentito di riclassificare - in determinate circostanze che si configurino come eventi inusuali - strumenti finanziari non quotati, o non più quotati, in un mercato attivo e non più detenuti per finalità di negoziazione o disponibili per la vendita: in particolare dalla categoria degli strumenti di trading  a quella delle attività disponibili per la vendita o delle attività detenute fino alla scadenza o dei finanziamenti e crediti e dalla categoria delle attività disponibili per la vendita a quella dei finanziamenti e crediti. Il Gruppo ha effettuato - in larga misura sulla base dei prezzi al 1° luglio 2008 - una riclassificazione di attività finanziarie detenute ai fini di negoziazione per 1.562 milioni a finanziamenti e crediti e per 35 milioni ad attività finanziarie disponibili per la vendita; il Gruppo ha anche effettuato una riclassificazione di attività finanziarie disponibili per la vendita per 6.063 milioni a finanziamenti e crediti. Senza queste riclassificazioni si sarebbe registrato un impatto positivo ante imposte sul risultato dell’attività di negoziazione del primo trimestre 2013 pari a 27 milioni (un impatto positivo di 135 milioni nell’esercizio 2012, negativo di 11 milioni nel 2011, positivo di 92 milioni nel 2010 e di 72 milioni nel 2009, negativo di 459 milioni nel 2008) e un impatto negativo ante imposte direttamente sul patrimonio netto al 31 marzo 2013 pari a 1.805 milioni (con un impatto positivo di 29 milioni nel primo trimestre 2013).
 

Il risultato dell’attività di negoziazione è pari a 455 milioni di euro  rispetto ai 682 milioni del quarto trimestre 2012 (che includevano 110 milioni di plusvalenza derivante dallo scambio di propri titoli subordinati con un nuovo titolo senior e 342 milioni di valutazione di alcuni contratti derivati riclassificati obbligatoriamente a trading, a seguito della cessazione dell’hedge accounting cui erano assoggettati nel loro utilizzo a copertura della raccolta a vista, perché risultati inefficaci a causa della contrazione delle masse coperte), con la componente relativa alla clientela che si attesta a 84 milioni rispetto a 88 milioni, quella di capital markets e attività finanziarie AFS che cresce a 142 milioni da 95 milioni, quella dell’attività di proprietary trading e tesoreria che diminuisce a 199 milioni da 478 milioni (comprensivi dei predetti 110 milioni di plusvalenza da scambio di titoli subordinati e 342 milioni di valutazione di contratti derivati) e quella dei prodotti strutturati di credito che sale a 30 milioni da 21 milioni. Il risultato dell’attività di negoziazione di 455 milioni del primo trimestre 2013 si confronta con 716 milioni del primo trimestre 2012, trimestre che includeva 274 milioni di plusvalenza derivante dal buy back di propri titoli subordinati Tier 1 e in cui l’apporto della componente relativa alla clientela era stato di 113 milioni, quello della componente di capital markets e attività finanziarie AFS di 102 milioni, quello dell’attività di proprietary trading e tesoreria di 481 milioni (comprendenti i predetti 274 milioni di plusvalenza) e quello dei prodotti strutturati di credito di 20 milioni. Senza la riclassificazione IAS - effettuata in anni passati - di attività finanziarie detenute ai fini di negoziazione a finanziamenti e crediti e ad attività finanziarie disponibili per la vendita, si sarebbe registrato un impatto positivo ante imposte sul risultato dell’attività di negoziazione del primo trimestre 2013 pari a 27 milioni.


Il risultato dell’attività assicurativa ammonta a 231 milioni di euro, rispetto ai 159 milioni del quarto trimestre 2012 e ai 258 milioni del primo trimestre 2012.


Gli oneri operativi ammontano a 2.096 milioni di euro, con un calo dell’ 8,8% rispetto ai 2.297 milioni del quarto trimestre 2012, che risentivano della stagionalità di fine anno, a seguito di una diminuzione del 5,1% per  le spese del personale, del 15,1% per le spese amministrative e dell’ 8,2% per gli ammortamenti. Rispetto ai 2.207 milioni del primo trimestre 2012, si registra un calo del 5%, conseguente a una riduzione del 6,6% per le spese del personale e del 4,5% per le spese amministrative e a un aumento del 6,4% per gli ammortamenti.


Conseguentemente, il risultato della gestione operativa ammonta a 2.023 milioni di euro, in diminuzione del 7,9% rispetto ai 2.197 milioni del quarto trimestre 2012 e del 22,4% rispetto ai 2.606 milioni del primo trimestre 2012, con un cost/income ratio nel primo trimestre 2013 al 50,9%, in confronto al 51,1% del quarto trimestre 2012 e al 45,9% del primo trimestre 2012.

 
Il complesso degli accantonamenti e delle rettifiche di valore nette (accantonamenti per rischi e oneri, rettifiche su crediti e rettifiche su altre attività) è pari a 1.260 milioni di euro, rispetto ai 1.707 milioni del quarto trimestre 2012 e ai 1.069 milioni del primo trimestre 2012. Gli accantonamenti per rischi e oneri ammontano a 26 milioni, rispetto ai 105 milioni del quarto trimestre 2012 e ai 37 milioni del primo trimestre 2012; le rettifiche nette su crediti sono pari a 1.166 milioni, rispetto ai 1.461 milioni del quarto trimestre 2012 e ai 973 milioni del primo trimestre 2012; le rettifiche nette su altre attività sono pari a 68 milioni, rispetto ai 141 milioni del quarto trimestre 2012 e ai 59 milioni del primo trimestre 2012.


La voce utili/perdite su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti registra un saldo positivo di 5 milioni di euro, rispetto a quello negativo di 104 milioni del quarto trimestre 2012 (comprendenti 107 milioni di impairment sull’interessenza in Telco) e a quello negativo di 6 milioni del primo trimestre 2012.

Il risultato corrente al lordo delle imposte è pari a 768 milioni di euro, rispetto ai 386 milioni del quarto trimestre 2012 (+99%) e ai 1.531 milioni del primo trimestre 2012 (-49,8%).


Il risultato netto consolidato è positivo per 306 milioni di euro, rispetto a quello negativo per 83 milioni del quarto trimestre 2012 e a quello positivo per 804 milioni del primo trimestre 2012, dopo la contabilizzazione di:
- imposte per 364 milioni di euro;
- oneri di integrazione e di incentivazione all’esodo (al netto delle imposte) per 12 milioni;
- oneri derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione (al netto delle imposte) per 74 milioni;
- una quota di pertinenza di terzi per 12 milioni.


Se si escludono le principali componenti non ricorrenti, il risultato netto normalizzato nel primo trimestre 2013 è pari a 392 milioni di euro, rispetto ai 102 milioni del quarto trimestre 2012 e ai 708 milioni del primo trimestre 2012.

 
Lo stato patrimoniale al 31 marzo 2013


Per quanto riguarda lo stato patrimoniale consolidato, al 31 marzo 2013 i crediti verso la clientela sono pari a 372 miliardi di euro, in flessione dell’ 1,3% rispetto al 31 dicembre 2012 e dell’ 1,8% rispetto al 31 marzo 2012 (in flessione del 4,1% se si considerano i volumi medi anziché quelli di fine periodo, principalmente a seguito della contrazione dei crediti alle grandissime imprese). Il complesso dei crediti deteriorati (in sofferenza, incagliati, ristrutturati e scaduti/sconfinanti) ammonta - al netto delle rettifiche di valore - a 28.972 milioni di euro, in aumento dell’ 1,8% rispetto ai 28.472 milioni del 31 dicembre 2012. In quest’ambito, i crediti in sofferenza crescono a 11.558 milioni di euro rispetto ai 11.202 milioni del 31 dicembre 2012, con un’incidenza sui crediti complessivi pari al 3,1% (3% al 31 dicembre 2012) e un grado di copertura del 61% (analoga a quella di fine 2012). Considerando, oltre alle rettifiche specifiche, anche il valore delle garanzie reali e personali relative alle sofferenze, il grado di copertura complessivo delle stesse è pari al 123%. Gli incagli salgono a 12.143 milioni di euro da 11.495 milioni di dicembre 2012, i ristrutturati aumentano a 2.889 milioni da 2.863 milioni di fine 2012 e i crediti scaduti/sconfinanti scendono a 2.382 milioni di euro da 2.912 milioni di fine 2012.
 
Le attività finanziarie della clientela risultano pari a 793 miliardi di euro (dopo le elisioni per le componenti che costituiscono sia raccolta diretta sia raccolta indiretta), in flessione dello 0,2% rispetto al 31 dicembre 2012 e in aumento dello 0,7% rispetto al 31 marzo 2012. Nell’ambito delle attività finanziarie della clientela, la raccolta diretta bancaria ammonta a 379 miliardi, in flessione dello 0,3% rispetto al 31 dicembre 2012 e in crescita del 2,1% rispetto al 31 marzo 2012 (con la componente costituita da conti correnti e depositi in aumento rispettivamente del 4,4% e dell’ 8,4%), e il complesso di raccolta diretta assicurativa e riserve tecniche è pari a 84 miliardi, in aumento del 2,5% rispetto al 31 dicembre 2012 e dell’ 8,8% rispetto al 31 marzo 2012; la raccolta indiretta ammonta a 413 miliardi, in flessione  dello 0,2% rispetto a fine 2012 e dello 0,6% rispetto al 31 marzo 2012. L’ammontare di risparmio gestito raggiunge i 239 miliardi, in aumento del 3,5% rispetto al 31 dicembre 2012 e del 5,5% rispetto al 31 marzo 2012; la nuova produzione vita nel primo trimestre 2013 ammonta a 4,6 miliardi di euro (+86% rispetto al primo trimestre 2012). La raccolta amministrata è pari a 174 miliardi, in diminuzione del 4,7% rispetto al 31 dicembre 2012 e dell’ 8% rispetto al 31 marzo 2012.

I coefficienti patrimoniali al 31 marzo 2013 risultano (applicando le regole di Basilea 2 foundation e i modelli interni ai mutui residenziali e al portafoglio corporate e SME retail - con floor all’85% - e deducendo il valore nominale delle azioni di risparmio), considerando il regime di deduzione degli investimenti assicurativi in vigore fino al 31 dicembre 2012, pari all’ 11,3% per il Core Tier 1 ratio (11,2% al 31 dicembre 2012), al 12,1% per il Tier 1 ratio  (12,1% a fine 2012) e al 13,6% per il coefficiente patrimoniale totale (13,6% a fine 2012) e, considerando il nuovo regime(8), rispettivamente pari al 10,7%, 11,6% e 13,6%. Tali coefficienti sono calcolati tenendo conto dei dividendi maturati nel trimestre per l’esercizio 2013, assumendo come tali un quarto degli 832 milioni di euro in distribuzione nel 2013 per l’esercizio 2012.
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(8) Dal 1° gennaio 2013 non vale più  il regime transitorio di Basilea 2 applicato da Banca d’Italia agli investimenti assicurativi effettuati ante 20 luglio 2006, che prevedeva la loro deduzione dal patrimonio di vigilanza totale anziché al 50% dal Tier 1 e al 50% dal Tier 2.
 
Le informazioni attualmente disponibili portano a una stima del common equity ratio pro-forma del Gruppo secondo Basilea 3 a regime pari al 10,7%, applicando ai dati di bilancio del 31 marzo 2013 i parametri indicati a regime e considerando l’assorbimento totale delle imposte differite attive (DTA) relative all’affrancamento del goodwill e l’atteso assorbimento prima del 2019 delle DTA relative alle perdite pregresse, con effetti sui coefficienti patrimoniali nell’ordine di:
- 1,1 miliardi di euro di deduzioni totali dal common equity, nell’ipotesi di deduzione della partecipazione detenuta in Banca d’Italia,
- 11,6 miliardi di euro aggiuntivi di RWA relativi a DTA e investimenti bancari, finanziari e assicurativi non portati in deduzione perché rientranti nella franchigia,
- 1,9 miliardi di euro aggiuntivi di RWA riguardanti DTA incluse nei rischi con ponderazione al 100% (relative a rettifiche su crediti),
- 2,7 miliardi di euro aggiuntivi di RWA derivanti dall’impatto regolamentare sui rischi;
con un conseguente impatto complessivo stimato sul Core Tier 1 ratio  nell’ordine di 90 centesimi di punto (l’impatto effettivo è soggetto all’implementazione della regolamentazione in materia). L’impatto si riduce circa a zero considerando i previsti benefici derivanti dalle azioni di ottimizzazione di fonti e fabbisogni di capitale e dall’assorbimento dello shock sul rischio sovrano.

* * *


Le scelte strategiche perseguite hanno permesso a Intesa Sanpaolo di confermarsi come uno dei gruppi bancari più solidi a livello internazionale, i cui punti di forza - oltre a quanto precedentemente detto in merito alla qualità dei crediti e al livello dei coefficienti patrimoniali - sono costituiti da: 
● robusta liquidità:
- elevata disponibilità di attivi stanziabili presso le Banche Centrali (inclusi gli attivi stanziabili ricevuti a collaterale ed esclusi quelli dati a collaterale), pari a un livello corrispondente a una liquidità di 84 miliardi di euro a fine marzo e di 88 miliardi a fine aprile; le operazioni di finanziamento poste in essere con BCE per ottimizzare il costo del funding erano pari a 36 miliardi a fine marzo e a fine aprile, interamente costituite da LTRO con scadenza a 3 anni,
- elevato ammontare di attività liquide (costituite da attivi stanziabili disponibili - esclusi gli attivi stanziabili ricevuti a collaterale - e attivi stanziabili dati a collaterale), pari a 120 miliardi di euro a fine marzo e a fine aprile,
- fonti di raccolta stabili e ben diversificate, con raccolta diretta - bancaria - da clientela (inclusi i titoli emessi) costituita per quasi l’ 80% dalla componente retail,
- ad oggi effettuata raccolta a medio-lungo termine per circa 12 miliardi di euro, di cui circa 7 miliardi relativi alla componente retail; includendo 5 miliardi di pre-funding effettuato nel 2012, è già stato interamente rifinanziato l’ammontare della raccolta a medio-lungo termine wholesale in scadenza nel 2013,
- nei primi quattro mesi dell’anno sono stati collocati sui mercati internazionali eurobond per un miliardo di euro, covered bond per un miliardo di euro e US bond per 3,5 miliardi di dollari, con una domanda complessiva, per oltre il 95% estera, che ha superato il target di emissione di circa il 200%;
 
● leverage contenuto e adeguata patrimonializzazione:
- leverage molto più basso e un rapporto tra patrimonio netto tangibile e attivo tangibile tra i migliori nel confronto con i principali gruppi bancari europei,
- coefficiente EBA pro-forma al 31 marzo 2013(9) pari al 10,5% considerando il regime di deduzione degli investimenti assicurativi in vigore fino al 31 dicembre 2012 e al 9,9% considerando il nuovo regime, rispetto al requisito minimo richiesto del 9%;
● basso profilo di rischio:
- a fine marzo 2013, il portafoglio titoli di proprietà del Gruppo includeva titoli governativi (emessi da amministrazioni centrali e locali) greci per 2 milioni di euro, irlandesi per 72 milioni e portoghesi per 29 milioni.

  

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Il Gruppo ha un’esposizione lorda e netta al rischio verso prodotti strutturati di credito con sottostanti attività US Subprime per 11 milioni di euro al 31 marzo 2013. Un’informativa completa e dettagliata in merito ai prodotti strutturati di credito detenuti dal Gruppo viene riportata - come di consueto - nel resoconto approvato dal Consiglio di Gestione.

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Al 31 marzo 2013, la struttura operativa del Gruppo Intesa Sanpaolo si articola in 6.709 sportelli bancari - di cui 5.181 in Italia 1.528 all’estero - con 95.013 dipendenti.

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(9) Stimato sulla base del Core Tier 1 ratio al 31 marzo 2013 e dell’impatto della valutazione al fair value del rischio sovrano (volumi e prezzi del 30 settembre 2011).

 
I risultati per area di Business

La Divisione Corporate e Investment Banking comprende:
- Global Industries, cui compete la relazione con 200 gruppi industriali (50 italiani e 150 esteri) con un elevato livello di internazionalizzazione e che operano in sei settori chiave con elevato potenziale di crescita (oil & gas, power & utilities, automotive, infrastructures, telecom & media, luxury & consumer goods);
- Corporate Italia, cui compete la relazione con circa 2.000 aziende italiane di grandi e medie dimensioni non appartenenti ai segmenti Global Industries e Public Finance;
- Public Finance e Infrastrutture, operante al servizio della clientela Stato, enti pubblici, enti locali, università, public utilities, general contractor e sanità pubblica e privata;
- Direzione Internazionale, cui compete la relazione con i gruppi corporate aventi casa madre estera non appartenenti al segmento Global Industries e con i clienti Public Finance esteri ed è inoltre affidata la responsabilità delle filiali estere, degli uffici di rappresentanza e delle società estere corporate (Société Européenne de Banque e Intesa Sanpaolo Bank Ireland), nonché l’assistenza specialistica per il sostegno ai processi di internazionalizzazione delle aziende italiane e per il sostegno all’export;
- Global Banking & Transaction, cui compete la relazione con le istituzioni finanziarie, la gestione dei servizi transazionali nell’ambito dei sistemi di pagamento, nonché la custodia e il regolamento di titoli italiani (local custody);
- Banca IMI, deputata all’attività di investment banking, ossia di realizzazione di prodotti di finanza strutturata e di consulenza nel campo del M&A per la clientela del Gruppo, e a quella di capital markets per i clienti del Gruppo e gli operatori istituzionali nelle attività di market making;
- Merchant Banking, che opera nel comparto del private equity anche tramite le società Private Equity International (PEI) e IMI Investimenti.
Nel perimetro della Divisione rientrano inoltre l’attività di Leasint, Mediofactoring e quella di gestione del portafoglio proprietario del Gruppo.

La Divisione Corporate e Investment Banking nel primo trimestre 2013 registra:
- proventi operativi netti per 1.092 milioni di euro, pari a circa il 27% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (24% nel primo trimestre 2012), in aumento del 4% rispetto ai 1.051 milioni del quarto trimestre 2012 e in diminuzione del 6,1% rispetto ai 1.163 milioni del primo trimestre 2012;
- oneri operativi per 239 milioni, in calo del 5,6% rispetto ai 253 milioni del quarto trimestre 2012 e del 3,6% rispetto ai 248 milioni del primo trimestre 2012;
- un risultato della gestione operativa di 853 milioni, in aumento del 7% rispetto ai 797 milioni del quarto trimestre 2012 e in diminuzione del 6,8% rispetto ai 915 milioni del primo trimestre 2012;
- un cost/income ratio al 21,9%, rispetto al 24,1% del quarto trimestre 2012 e al 21,3% del primo trimestre 2012;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 282 milioni rispetto ai 361 milioni del quarto trimestre 2012 e ai 228 milioni del primo trimestre 2012;
- un saldo netto su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti nullo, rispetto al saldo negativo per 113 milioni del quarto trimestre 2012 (comprendenti 107 milioni di impairment sull’interessenza in Telco) e a quello negativo per 17 milioni del primo trimestre 2012;
- un risultato corrente al lordo delle imposte pari a 571 milioni, in crescita del 76,9% rispetto ai 323 milioni del quarto trimestre 2012 (in aumento del 32,8% se si escludesse l’impairment su Telco del quarto trimestre 2012)  e in diminuzione del 14,8% rispetto ai 670 milioni del primo trimestre 2012;
- un risultato netto pari a 384 milioni, più che doppio rispetto ai 178 milioni del quarto trimestre 2012 (in aumento del 34,7% se si escludesse l’impairment su Telco del quarto trimestre 2012) e in diminuzione del 14,1% rispetto ai 447 milioni del primo trimestre 2012.

La Divisione Banca dei Territori include:
- clientela Privati, costituita da famiglie (clienti privati con attività finanziarie fino a 100.000 euro), personal (clienti privati con attività finanziarie da 100.000 euro a un milione di euro), small business (piccole imprese con fatturato inferiore a 2,5 milioni e con accordato inferiore a un milione di euro);
- clientela Imprese, costituta da aziende con volume d’affari compreso tra 2,5 e 150 milioni;
-   clientela Private, costituita da clienti privati con attività finanziarie per oltre un milione di euro.
Nella Divisione sono inoltre incluse Intesa Sanpaolo Private Banking, la società del Gruppo dedicata alla clientela Private, Banca Prossima, che opera - attraverso le filiali del Gruppo con presidi locali e specialisti dedicati - al servizio degli enti nonprofit, e società prodotto quali Mediocredito Italiano, specializzata nel credito industriale, Intesa Sanpaolo Vita e Intesa Sanpaolo Previdenza, operanti nel comparto assicurativo e previdenziale, la società fiduciaria SIREFID, Intesa Sanpaolo Personal Finance, specializzata nel credito al consumo, e Setefi, specializzata nella gestione dei pagamenti elettronici.

La Divisione Banca dei Territori nel primo trimestre 2013 registra:
- proventi operativi netti per 2.592 milioni di euro, pari a circa il 63% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (52% nel primo trimestre 2012), in crescita del 2,9% rispetto ai 2.518 milioni del quarto trimestre 2012 e del 3,4% rispetto ai 2.507 milioni del primo trimestre 2012;
- oneri operativi per 1.321 milioni, in calo del 9,4% rispetto ai 1.457 milioni del quarto trimestre 2012 e del 5,3% rispetto ai 1.395 milioni del primo trimestre 2012;
- un risultato della gestione operativa di 1.271 milioni, in crescita del 19,8% rispetto ai 1.061 milioni del quarto trimestre 2012 e del 14,3% rispetto ai 1.112 milioni del primo trimestre 2012;
- un cost/income ratio in miglioramento al 51% dal 57,9% del quarto trimestre 2012 e dal 55,6% del primo trimestre 2012;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 778 milioni rispetto agli 848 milioni del quarto trimestre 2012 e ai 589 milioni del primo trimestre 2012;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 493 milioni, più che raddoppiato rispetto ai 212 milioni del quarto trimestre 2012 e in flessione del 5,7% rispetto ai 523 milioni del primo trimestre 2012;
- un risultato netto pari a 224 milioni, più che triplicato rispetto ai 63 milioni del quarto trimestre 2012 e in crescita del 2,3% rispetto ai 219 milioni del primo trimestre 2012.


Eurizon Capital è la società, che si avvale di una collaborazione sempre più efficace con la Divisione Banca dei Territori, dedicata a fornire prodotti di risparmio gestito di tipo collettivo e individuale alle reti bancarie interne al Gruppo, nonché a sviluppare la presenza nel segmento dell’ “architettura aperta” attraverso specifici accordi di distribuzione con altre reti e investitori istituzionali. Ad Eurizon Capital fanno capo le controllate Eurizon Capital (Lussemburgo), specializzata nella gestione di fondi comuni lussemburghesi a basso tracking error, e Epsilon Associati, specializzata nella gestione di prodotti strutturati e di fondi comuni tramite metodologie quantitative e controllata al 51% da Eurizon Capital e per il restante 49% da Banca IMI, e il 49% della società cinese di asset management Penghua Fund Management.


Eurizon Capital nel primo trimestre 2013 registra:
- proventi operativi netti per 74 milioni di euro, pari a circa il 2% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (1% nel primo trimestre 2012), in diminuzione del 28,6% rispetto ai 103 milioni del quarto trimestre 2012 (in crescita del 12,1% se si escludono da quest’ultimo circa 37 milioni di commissioni di performance) e in aumento del 15,6% rispetto ai 64 milioni del primo trimestre 2012;
- oneri operativi per 26 milioni, in calo del 21,9% rispetto ai 33 milioni del quarto trimestre 2012 e del 13,3% rispetto ai 30 milioni del primo trimestre 2012;
- un risultato della gestione operativa di 48 milioni, in diminuzione del 31,8% rispetto ai 70 milioni del quarto trimestre 2012 (in crescita del 45,3% se si escludono da quest’ultimo le commissioni di performance) e in aumento del 41,2% rispetto ai 34 milioni del primo trimestre 2012;
- un cost/income ratio al 35,1%, rispetto al 32% del quarto trimestre 2012 e al 46,9% del primo trimestre 2012;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette nullo, rispetto al milione del quarto trimestre 2012 e al saldo nullo del primo trimestre 2012;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 48 milioni, in diminuzione del 30,5% rispetto ai 68 milioni del quarto trimestre 2012 (in crescita del 51,5% se si escludono da quest’ultimo le commissioni di performance) e in aumento del 41,2% rispetto ai 34 milioni del primo trimestre 2012;
- un risultato netto di 28 milioni, in diminuzione del 30,3% rispetto ai 40 milioni del quarto trimestre 2012 e in aumento del 64,7% rispetto ai 17 milioni del primo trimestre 2012.


La Divisione Banche Estere presidia l’attività del Gruppo sui mercati esteri nei quali è presente tramite banche commerciali controllate e partecipate, fornisce indirizzo, coordinamento e supporto alle controllate estere che svolgono prevalentemente attività bancaria retail; è responsabile della definizione delle linee strategiche di sviluppo del Gruppo relativamente alla presenza diretta sui mercati esteri, con esplorazione sistematica e analisi di nuove opportunità di crescita sui mercati già presidiati e su nuovi mercati, del coordinamento dell’operatività delle banche estere e della gestione delle relazioni delle banche estere con le strutture centralizzate della Capogruppo e con le filiali o altri uffici esteri della Divisione Corporate e Investment Banking. La Divisione è strutturata in tre Direzioni, a presidio dei diversi ambiti geografici in cui opera: i) la Direzione Area Banche SEE, cui fanno capo le partecipazioni nelle banche operanti in Europa Sud Orientale, Privredna Banka Zagreb in Croazia, Banca Intesa Beograd in Serbia, Intesa Sanpaolo Banka Bosna i Hercegovina in Bosnia-Erzegovina, Intesa Sanpaolo Bank Albania, Intesa Sanpaolo Bank Romania; ii) la Direzione Area Banche CEE, cui fanno capo le partecipazioni nelle banche operanti in Europa Centro Orientale, Banka Koper in Slovenia, VUB Banka in Slovacchia, CIB Bank in Ungheria; iii) la Direzione Aree Banche CIS e South Mediterranean, cui fanno capo le controllate Banca Intesa nella Federazione Russa, Pravex-Bank in Ucraina e Bank of Alexandria in Egitto.

La Divisione Banche Estere nel primo trimestre 2013 registra:
- proventi operativi netti per 518 milioni di euro, pari a circa il 13% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (11% nel primo trimestre 2012), in diminuzione  del 6,4% rispetto ai 553 milioni del quarto trimestre 2012 e del 5,3% rispetto ai 547 milioni del primo trimestre 2012;
- oneri operativi per 287 milioni, in aumento dell’ 1,2% rispetto ai 283 milioni del quarto trimestre 2012 e invariati rispetto al primo trimestre 2012;
- un risultato della gestione operativa di 231 milioni, in diminuzione del 14,4% rispetto ai 270 milioni del quarto trimestre 2012 e dell’ 11,2% rispetto ai 260 milioni del primo trimestre 2012;
- un cost/income ratio al 55,4%, rispetto al 51,2% del quarto trimestre 2012 e al 52,5% del primo trimestre 2012;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 156 milioni,  rispetto ai 454 milioni del quarto trimestre 2012 e ai 213 milioni del primo trimestre 2012;
- un saldo netto su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti nullo, analogamente al quarto trimestre 2012 e rispetto a un saldo positivo per un milione nel primo trimestre 2012;
- un risultato corrente al lordo delle imposte positivo per 75 milioni, rispetto a quello negativo per 183 milioni del quarto trimestre 2012 e a quello positivo per 48 milioni del primo trimestre 2012 (+56,3%); se si escludesse l’apporto negativo delle controllate in Ungheria e Ucraina, il risultato del primo trimestre 2013 e del quarto trimestre 2012 sarebbe positivo rispettivamente per 139 milioni e 128 milioni, con un aumento dell’ 8,6%;
- un risultato netto positivo per 37 milioni, rispetto a quello negativo per 248 milioni del quarto trimestre 2012 e a quello positivo per 24 milioni del primo trimestre 2012 (+54,2%); se si escludesse l’apporto negativo delle controllate in Ungheria e Ucraina,  il risultato del primo trimestre 2013 e del quarto trimestre 2012 sarebbe positivo rispettivamente per 112 e 108 milioni, con un aumento del 3,7%.

Banca Fideuram, che svolge attività di asset gathering tramite la propria rete di private bankers al servizio della clientela con un potenziale di risparmio medio/alto e la cui operatività include Fideuram Vita, nel primo trimestre 2013 registra:
- proventi operativi netti per 195 milioni di euro, pari a circa il 5% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (incidenza invariata rispetto al primo trimestre 2012), in linea con il quarto trimestre 2012 e in diminuzione del 15,6% rispetto ai 231 milioni del primo trimestre 2012;
- oneri operativi per 81 milioni, in diminuzione del 12,6% rispetto ai 93 milioni del quarto trimestre 2012 e del 3,6% rispetto agli 84 milioni del primo trimestre 2012;
- un risultato della gestione operativa di 114 milioni, in crescita del 12,5% rispetto ai 101 milioni del quarto trimestre 2012 e in diminuzione del 22,4% rispetto ai 147 milioni del primo trimestre 2012;
- un cost/income ratio al 41,5%, rispetto al 47,7% del quarto trimestre 2012 e al 36,4% del primo trimestre 2012;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 19 milioni,  rispetto ai 14 milioni del quarto trimestre 2012 e ai 37 milioni del primo trimestre 2012;
- un saldo netto su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti nullo, rispetto a un saldo negativo per 6 milioni del quarto trimestre 2012 e a un saldo nullo del primo trimestre 2012;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 95 milioni, in crescita del 17,4%  rispetto agli 81 milioni del quarto trimestre 2012 e in diminuzione del 13,6% rispetto ai 110 milioni del primo trimestre 2012;
- un risultato netto di 57 milioni, in crescita del 42,7% rispetto ai 40 milioni del quarto trimestre 2012 e in flessione del 3,4% rispetto ai 59 milioni del primo trimestre 2012.

Le prospettive per l’esercizio in corso

Per il Gruppo Intesa Sanpaolo, nell’anno 2013 rimarrà prioritario preservare il carattere di sostenibilità dei risultati da conseguire. Oltre agli obiettivi reddituali, grande attenzione sarà prestata, infatti, alle varie azioni volte al rafforzamento della solidità patrimoniale e all’ulteriore miglioramento del profilo di rischio e liquidità. Verrà inoltre costantemente presidiata l’efficienza e la produttività del Gruppo.

Le azioni di repricing - iniziate nel 2011 e proseguite nel 2012 - consentiranno di contenere in parte le ripercussioni dello sfavorevole contesto atteso sui tassi di mercato. Lo stretto controllo dei costi permetterà di contrastare gli effetti indotti dall’inflazione e dagli automatismi.  Il costo del credito rimarrà elevato.

 

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Ai fini di comparabilità dei risultati, i dati di stato patrimoniale dei primi tre trimestri del 2012 sono stati riesposti consolidando linea per linea le componenti riguardanti un compendio di attività e passività proveniente da SediciBanca (istituto di credito facente parte del Gruppo Delta), il cui acquisto è stato perfezionato nel dicembre 2012.
  

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L’utile netto normalizzato è stato calcolato escludendo le principali componenti non ricorrenti costituite da:

nel primo trimestre 2013: 1) 17 milioni di oneri di integrazione e di incentivazione all’esodo e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 12 milioni e 2) 74 milioni di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione;

nel primo trimestre 2012: 1) 274 milioni di plusvalenza derivante dal buy back di propri titoli subordinati Tier 1 inclusi nel risultato dell’attività di negoziazione e relative imposte, che portano a una plusvalenza netta di 183 milioni,  2) 20 milioni di oneri di integrazione e di incentivazione all’esodo e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 14 milioni e 3) 73 milioni di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione;

nel secondo trimestre 2012: 1) 94 milioni di plusvalenza derivante dalla cessione dell’interessenza in London Stock Exchange, inclusi nel risultato dell’attività di negoziazione, e relativi effetti fiscali, che portano a una plusvalenza netta di 105 milioni, 2) 9 milioni di oneri derivanti dall’impairment della partecipazione in Telco inclusi nell’utile su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti,  3) 173 milioni di beneficio fiscale, connesso al rimborso - per i periodi d’imposta dal 2007 al 2011 - della deducibilità dell’IRAP relativa al costo del lavoro dall’imponibile IRES, inclusi nelle imposte sul reddito dell’attività corrente, 4) 14 milioni di oneri di integrazione e di incentivazione all’esodo e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 10 milioni e 5) 76 milioni di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione;

nel terzo trimestre 2012: 1) 327 milioni di plusvalenza derivante dal buy back di propri titoli subordinati e senior inclusi nel risultato dell’attività di negoziazione e relative imposte, che portano a una plusvalenza netta di 219 milioni, 2) 17 milioni di oneri di integrazione e di incentivazione all’esodo e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 11 milioni e 3) 71 milioni di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione;

nel quarto trimestre 2012: 1) 110 milioni di plusvalenza derivante dallo scambio di propri titoli subordinati con un nuovo titolo senior inclusi nel risultato dell’attività di negoziazione e relative imposte, che portano a una plusvalenza netta di 74 milioni, 2) 107 milioni di oneri derivanti dall’impairment della partecipazione in Telco inclusi nell’utile su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti, 3) 26 milioni di beneficio fiscale, connesso al rimborso - per i periodi d’imposta dal 2007 al 2011 - della deducibilità dell’IRAP relativa al costo del lavoro dall’imponibile IRES, inclusi nelle imposte sul reddito dell’attività corrente,  4) 136 milioni di oneri di integrazione e di incentivazione all’esodo e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 99 milioni e 5) 79 milioni di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione.

 

* * *

 
Allo scopo di consentire una più completa informativa sui risultati conseguiti nel primo trimestre del 2013, si allegano i prospetti relativi al conto economico e allo stato patrimoniale consolidati riclassificati inclusi nel resoconto approvato dal Consiglio di Gestione. Si precisa che tali schemi e il resoconto trimestrale non sono oggetto di verifica da parte della società di revisione.

 

* * *

 
Il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Ernesto Riva, dichiara ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza che l’informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili.

 

* * *


La presente comunicazione e le informazioni ivi contenute non hanno finalità di né costituiscono in alcun modo consulenza in materia di investimenti. Le dichiarazioni ivi contenute non sono state oggetto di verifica indipendente. Non viene fatta alcuna dichiarazione o garanzia, espressa o implicita,  in riferimento a, e nessun affidamento dovrebbe essere fatto relativamente all’imparzialità, accuratezza, completezza, correttezza e affidabilità delle informazioni ivi contenute. La Società e i suoi rappresentanti declinano ogni responsabilità (sia per negligenza o altro), derivanti in qualsiasi modo da tali informazioni e/o per eventuali perdite derivanti dall’utilizzo o meno di questa comunicazione. Accedendo a questi materiali, il lettore accetta di essere vincolato dalle limitazioni di cui sopra.

Questo comunicato stampa contiene previsioni e stime che riflettono le attuali opinioni del management Intesa Sanpaolo in merito ad eventi futuri. Previsioni e stime sono in genere identificate da espressioni come “è possibile,” “si dovrebbe,” “si prevede,” “ci si attende,” “si stima,” “si ritiene,” “si intende,” “si progetta,” “obiettivo” oppure dall’uso negativo di queste espressioni o da altre varianti di tali espressioni oppure dall’uso di terminologia comparabile. Queste previsioni e stime comprendono, ma non si limitano a, tutte le informazioni diverse dai dati di fatto, incluse, senza limitazione, quelle relative alla posizione finanziaria futura di Intesa Sanpaolo e ai risultati operativi, la strategia, i piani, gli obiettivi e gli sviluppi futuri nei mercati in cui Intesa Sanpaolo opera o intende operare.

A seguito di tali incertezze e rischi, si avvisano i lettori che non devono fare eccessivo affidamento su tali informazioni di carattere previsionale come previsione di risultati effettivi. La capacità del Gruppo Intesa Sanpaolo di raggiungere i risultati previsti dipende da molti fattori al di fuori del controllo del management. I risultati effettivi possono differire significativamente (ed essere più negativi di) da quelli previsti o impliciti nei dati previsionali. Tali previsioni e stime comportano rischi ed incertezze che potrebbero avere un impatto significativo sui risultati attesi e si fondano su assunti di base.

Le previsioni e le stime ivi formulate si basano su informazioni a disposizione di Intesa Sanpaolo alla data odierna. Intesa Sanpaolo non si assume alcun obbligo di aggiornare pubblicamente e di rivedere previsioni e stime a seguito della disponibilità di nuove informazioni, di eventi futuri o di altro, fatta salva l’osservanza delle leggi applicabili. Tutte le previsioni e le stime successive, scritte ed orali, attribuibili a Intesa Sanpaolo o a persone che agiscono per conto della stessa sono espressamente qualificate, nella loro interezza, da queste dichiarazioni cautelative.

 

 

 

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