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INTESA SANPAOLO: RISULTATI CONSOLIDATI AL 31 DICEMBRE 2009

  • Utile netto: quarto trimestre a 543 mln. di euro; anno a 2.805 mln., +9,9% rispetto a 2.553 mln. del 2008.
  • Utile netto normalizzato(*) : quarto trimestre a 403 mln.; anno a 2.591 mln., -28,4% rispetto a 3.620 mln. del 2008.
  • Proposta la distribuzione di un miliardo di euro di dividendi: 8 centesimi di euro per azione ordinaria e 9,1 centesimi di euro per azione di risparmio.
  • Risultato corrente al lordo delle imposte: quarto trimestre a 916 mln.; anno a 4.328 mln., +28,9% rispetto a 3.358 mln. del 2008.
  • Risultato della gestione operativa: quarto trimestre a 1.727 mln.; anno a 8.021 mln., +0,4% rispetto a 7.990 mln. del 2008.
  • Proventi operativi netti: quarto trimestre a 4.273 mln.; anno a 17.480 mln., -2% rispetto a 17.841 mln. del 2008.
  • Oneri operativi: quarto trimestre a 2.546 mln.; anno a 9.459 mln., -4% rispetto a 9.851 mln. del 2008.
  • Coefficienti patrimoniali al 31 dicembre 2009 dopo distribuzione dividendo: Tier 1 ratio all’ 8,4%.

 

Torino, Milano, 19 marzo 2010 – Si è riunito oggi sotto la presidenza di Enrico Salza il Consiglio di Gestione di Intesa Sanpaolo, che ha approvato il progetto di bilancio d’esercizio e consolidato al 31 dicembre 2009 (1).  

Intesa Sanpaolo nel corso del 2009 ha continuato ad attuare le linee d’azione che hanno contraddistinto la gestione del Gruppo - soprattutto nel contesto di crisi dei mercati finanziari internazionali avviatasi dal secondo semestre 2007 - e aventi come obiettivo prioritario la redditività sostenibile, determinata dalle scelte strategiche riguardanti non solo i ricavi e i costi ma anche la liquidità, la solidità e il basso profilo di rischio.

Le connesse politiche gestionali orientate al medio periodo hanno consentito al Gruppo nel 2009 di generare una redditività continua, trimestre dopo trimestre, e di registrare nel confronto con l’esercizio 2008:
- una tenuta dei ricavi, nonostante l’impatto negativo derivante dal progressivo calo dei tassi euribor, che hanno raggiunto il minimo storico penalizzando il margine d’interesse, e dall’abolizione della commissione di massimo scoperto, a fronte di politiche aziendali orientate a relazioni di lungo periodo con la clientela, che hanno condotto a una crescita dei volumi medi dell’ 8,6% per la raccolta diretta e dell’ 1,1% per i crediti nonché a una progressiva ripresa delle commissioni;
- una riduzione dei costi operativi, per il terzo esercizio consecutivo dalla fusione che ha costituito Intesa Sanpaolo;
- un contenimento delle rettifiche su crediti, che si sono mantenute - per quanto in forte aumento - entro i livelli previsti.
   
Il che si è riflesso in un robusto utile netto consolidato del Gruppo Intesa Sanpaolo, nel quarto trimestre 2009 pari a 543 milioni di euro, rispetto ai 674 milioni di euro del terzo trimestre (-19,4%), ai 513 milioni del secondo trimestre e ai 1.075 milioni del primo trimestre (che aveva beneficiato di 511 milioni di rilascio di imposte differite), e quindi nell’esercizio 2009 a 2.805 milioni, in crescita del 9,9% rispetto ai 2.553 milioni del 2008.

L’utile netto consolidato normalizzato - calcolato escludendo le principali componenti non ricorrenti (*) - è ammontato nel quarto trimestre 2009 a  403 milioni di euro, rispetto agli 816 milioni del terzo trimestre (-50,6%), ai 728 milioni del secondo trimestre e ai 644 milioni del primo trimestre, e quindi è stato pari nell’esercizio 2009 a 2.591 milioni, rispetto ai 3.620 milioni del 2008 (-28,4%).

Nel quadro di una politica di dividendo sostenibile che trae origine da una redditività sostenibile, l’odierno Consiglio di Gestione ha deliberato di proporre alla prossima Assemblea ordinaria la distribuzione di un miliardo di euro di dividendi, con 8 centesimi di euro per azione ordinaria e 9,1 centesimi di euro per azione di risparmio.
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(*) Nota metodologica sul calcolo dell’utile netto normalizzato a pagina 12.
(1)  Nota metodologica sul perimetro di consolidamento a pagina 12.
 
La proposta di distribuzione di dividendo verrà sottoposta all’Assemblea ordinaria convocata per il 28-30 aprile 2010, con l’attribuzione di un monte dividendi pari a 1.032.803.230 euro, risultante da un dividendo unitario di 8 centesimi di euro per ciascuna delle n. 11.849.332.367 azioni ordinarie e da un dividendo unitario di 9,1 centesimi di euro per ciascuna delle n. 932.490.561 azioni di risparmio. Il pagamento del dividendo, se approvato dall’Assemblea, avrà luogo a partire dal giorno 27 maggio 2010 (con stacco cedole il 24 maggio). Rapportando il dividendo unitario al prezzo dell’azione registrato lo scorso 18 marzo, risulta un rendimento (dividend yield) pari al 2,7% per l’azione ordinaria e al 4,1% per l’azione di risparmio.


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L’Assemblea avrà all’ordine del giorno anche la determinazione del numero, la nomina e la determinazione del compenso dei componenti del Consiglio di Sorveglianza, nonché l’elezione del Presidente e dei Vice Presidenti dello stesso, per gli esercizi 2010/2011/2012.


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I risultati di conto economico del quarto trimestre 2009

Il conto economico consolidato del quarto trimestre 2009 (2) registra proventi operativi netti pari a 4.273 milioni di euro, in flessione del 4,7% rispetto ai 4.483 milioni del terzo trimestre 2009 e in crescita del 9,7% rispetto ai 3.895 milioni del quarto trimestre 2008.

In quest’ambito, nel quarto trimestre 2009 gli interessi netti ammontano a 2.487 milioni, in diminuzione del 3,7% rispetto ai 2.582 milioni del terzo trimestre 2009 e del 13,1% rispetto ai 2.862 milioni del quarto trimestre 2008. La diminuzione è stata principalmente determinata dal continuo rilevante calo dei tassi euribor, che ha particolarmente penalizzato il margine d’interesse - data la decisione strategica di continuare a privilegiare il rafforzamento della liquidità del Gruppo in un contesto economico contraddistinto da una perdurante elevata incertezza - nonostante l’attenta gestione delle condizioni e l’adozione di misure di parziale protezione dalla riduzione dei tassi d’interesse. Al calo rispetto al quarto trimestre 2008 ha  concorso anche l’abolizione - con decorrenza dal terzo trimestre 2009 - della commissione di massimo scoperto, con un impatto di circa 100 milioni di euro.

Le commissioni nette sono pari a 1.497 milioni di euro, in aumento del 12,8% rispetto ai 1.327 milioni del terzo trimestre 2009 e del 20,4% rispetto ai 1.243 milioni del quarto trimestre 2008. Rispetto al terzo trimestre 2009, si registrano commissioni da attività bancaria commerciale in crescita del 3% e commissioni da attività di gestione, intermediazione e consulenza (risparmio gestito, prodotti assicurativi, collocamento titoli,...) in aumento del 29,9%, nel cui ambito la componente relativa a intermediazione e collocamento titoli cresce dell’83,3% e quella relativa al risparmio gestito aumenta del 27,1% (anche per effetto di circa 60 milioni di euro di commissioni di performance). Rispetto al quarto trimestre 2008, si registra una crescita dell’11,8% delle commissioni da attività bancaria commerciale (anche a seguito di circa 30 milioni di beneficio derivante dall’introduzione della commissione di disponibilità fondi) e un aumento del 44,4% di quelle da attività di gestione, intermediazione e consulenza, nel cui ambito la componente relativa a intermediazione e collocamento di titoli più che raddoppia, quella relativa ai prodotti assicurativi cresce del 35,4% e quella relativa al risparmio gestito aumenta del 25,7%.
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(2) In occasione della redazione del resoconto intermedio al 30 settembre 2008, sono intervenute - a seguito della crisi finanziaria internazionale - alcune modifiche nei principi contabili internazionali IAS, omologate dalla Commissione Europea, che in estrema sintesi hanno consentito di riclassificare - in determinate circostanze che si configurino come eventi inusuali - strumenti finanziari non quotati, o non più quotati, in un mercato attivo e non più detenuti per finalità di negoziazione o disponibili per la vendita: in particolare dalla categoria degli strumenti di trading  a quella delle attività disponibili per la vendita o delle attività detenute fino alla scadenza o dei finanziamenti e crediti e dalla categoria delle attività disponibili per la vendita a quella dei finanziamenti e crediti. Il Gruppo ha effettuato - in larga misura sulla base dei prezzi al 1° luglio 2008 - una riclassificazione di attività finanziarie detenute ai fini di negoziazione per 4.004 milioni a finanziamenti e crediti e per 216 milioni ad attività finanziarie disponibili per la vendita, senza la quale si sarebbe registrato un impatto negativo ante imposte sul risultato dell’attività di negoziazione del quarto trimestre 2009 pari a 8 milioni (un impatto positivo di 72 milioni nell’esercizio 2009 e negativo di 459 milioni nell’esercizio 2008); il Gruppo ha anche effettuato una riclassificazione di attività finanziarie disponibili per la vendita per 6.425 milioni a finanziamenti e crediti. Senza queste riclassificazioni si sarebbe registrato un impatto negativo ante imposte direttamente sul patrimonio netto al 31 dicembre 2009 pari a 610 milioni (con un impatto negativo di 67 mln. nel quarto trimestre 2009 e un impatto positivo di 252 mln. nell’esercizio 2009).

 
Il risultato dell’attività di negoziazione è pari a 129 milioni di euro (inclusivo di un effetto positivo di 10 milioni per i prodotti strutturati di credito), influenzato dalla ridotta attività di fine anno e dall’andamento non particolarmente favorevole dei mercati, rispetto ai 447 milioni del terzo trimestre 2009 (che includeva 114 milioni di capital gain derivante dalle cessione delle interessenze in Natixis e Banca Generali e un effetto positivo di 39 milioni per i prodotti strutturati di credito), e al saldo negativo di 354 milioni del quarto trimestre 2008 (che aveva registrato un effetto negativo di 376 milioni per i prodotti strutturati di credito). Senza la riclassificazione IAS di attività finanziarie detenute ai fini di negoziazione a finanziamenti e crediti e ad attività finanziarie disponibili per la vendita, si sarebbe registrato un impatto negativo ante imposte sul risultato dell’attività di negoziazione pari a 8 milioni.

Il risultato della gestione assicurativa ammonta a 133 milioni di euro, rispetto ai 116 milioni del terzo trimestre 2009 e ai 171 milioni del quarto trimestre 2008.

Gli oneri operativi ammontano a 2.546 milioni di euro, con una crescita del 10,7% rispetto ai 2.299 milioni del terzo trimestre 2009, dovuta alla stagionalità di fine anno, a seguito di un aumento del 4,7% per le spese del personale, del 19,5% per le spese amministrative e del 21,7% per gli ammortamenti. Rispetto ai 2.672 milioni del quarto trimestre 2008, si registra un calo del 4,7%, determinato dalle spese amministrative (-12,6%, nonostante l’effetto accrescitivo prodotto dall’IVA infragruppo) e dagli ammortamenti (-9,4%), a fronte di un leggero aumento delle spese del personale (+1,6%).

Conseguentemente, il risultato della gestione operativa ammonta a 1.727 milioni di euro, in diminuzione del 20,9% rispetto ai 2.184 milioni del terzo trimestre 2009 e in aumento del 41,2% rispetto ai 1.223 milioni del quarto trimestre 2008, con un cost/income ratio pari al 59,6% nel quarto trimestre 2009, al 51,3% nel terzo trimestre 2009 e al 68,6% nel quarto trimestre 2008.

Nel quarto trimestre 2009 non si registrano rettifiche di valore dell’avviamento, così come nel terzo trimestre 2009, a fronte dei 1.065 milioni di euro del quarto trimestre 2008.

Il complesso degli accantonamenti e delle rettifiche di valore nette (accantonamenti per rischi e oneri, rettifiche su crediti e rettifiche su altre attività) è pari a 1.328 milioni di euro, rispetto agli 885 milioni del terzo trimestre 2009 e ai 2.061 milioni del quarto trimestre 2008. Gli accantonamenti per rischi e oneri ammontano a 99 milioni rispetto ai 66 milioni del terzo trimestre 2009 e ai 164 milioni del quarto trimestre 2008; le rettifiche nette su crediti sono pari a 1.069 milioni, in confronto agli 823 milioni del terzo trimestre 2009 e ai 999 milioni del quarto trimestre 2008; le rettifiche nette su altre attività sono pari a 160 milioni, rispetto a una ripresa netta di 4 milioni nel terzo trimestre 2009 e a rettifiche di 898 milioni nel quarto trimestre 2008.

La voce utili/perdite su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti registra un saldo positivo di 517 milioni (dovuto alle plusvalenze derivanti dalla cessione di Findomestic per 439 milioni (3) e da Esaote per 70 milioni), rispetto ai 13 milioni del terzo trimestre 2009 e al saldo negativo di 208 milioni del quarto trimestre 2008 (che includeva 326 milioni di impairment).

Il risultato corrente al lordo delle imposte è pari a 916 milioni di euro, rispetto ai 1.312 milioni del terzo trimestre 2009 (-30,2%) e al saldo negativo di 2.111 milioni del quarto trimestre 2008.

Il risultato netto consolidato è pari a 543 milioni di euro - in confronto ai 674 milioni del terzo trimestre 2009 (-19,4%) e al saldo negativo di 1.228 milioni del quarto trimestre 2008 - dopo la contabilizzazione di:
- imposte per 169 milioni di euro;
- oneri di integrazione connessi alla fusione (al netto delle imposte) per 84 milioni;
- oneri derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione (al netto delle imposte) per 90 milioni;
- un utile dei gruppi di attività in via di dismissione (al netto delle imposte) per 27 milioni;
- una quota di pertinenza di terzi per 57 milioni.
Se si escludono le principali componenti non ricorrenti, il risultato netto è pari a 403 milioni di euro nel quarto trimestre 2009, a 816 milioni nel terzo trimestre 2009 e a 219 milioni nel quarto trimestre 2008.

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(3) Di cui 282 milioni derivanti dalla cessione della prima quota del 25% e 157 milioni dalla valutazione al fair value della seconda quota del 25% sulla base del valore minimo del contratto che ne prevede la cessione nel 2011-2013.
 
I risultati di conto economico dell’esercizio 2009

Il conto economico consolidato dell’esercizio 2009 registra proventi operativi netti pari a 17.480 milioni di euro, in flessione del 2% rispetto ai 17.841 milioni del 2008.
In quest’ambito, nel 2009 gli interessi netti ammontano a 10.486 milioni di euro, in diminuzione del 9% rispetto agli 11.518 milioni del 2008 (anche a seguito dell’effetto negativo di circa 190 milioni derivante dall’abolizione della commissione di massimo scoperto).
Le commissioni nette sono pari a 5.341 milioni di euro, in flessione del 6,3% rispetto ai 5.698 milioni del 2008, con la componente da attività bancaria commerciale pressoché invariata (-0,5%, registrando circa 70 milioni di beneficio dall’introduzione della commissione di disponibilità fondi) e quella da attività di gestione, intermediazione e consulenza (risparmio gestito, prodotti assicurativi, collocamento titoli,...) in diminuzione dell’ 11,2%.

Il risultato dell’attività di negoziazione è pari a 1.122 milioni di euro - registrando un apporto positivo di 185 milioni dall’attività di proprietary trading e tesoreria e uno negativo di 26 milioni dai prodotti strutturati di credito - rispetto al saldo negativo di 53 milioni del 2008 (che aveva registrato effetti negativi della crisi dei mercati finanziari per 144 milioni sull’attività di proprietary trading e tesoreria e per 612 milioni sui prodotti strutturati di credito). Senza la riclassificazione IAS di attività finanziarie detenute ai fini di negoziazione a finanziamenti e crediti e ad attività finanziarie disponibili per la vendita, si sarebbe registrato un impatto positivo ante imposte sul risultato dell’attività di negoziazione 2009 pari a 72 milioni.

Il risultato della gestione assicurativa ammonta a 437 milioni di euro, rispetto ai 400 milioni del 2008.

Gli oneri operativi ammontano a 9.459 milioni di euro, in calo del 4% rispetto ai 9.851 milioni del 2008, a seguito di una riduzione del 2,2% per le spese del personale, del 4,2% per le spese amministrative, nonostante l’effetto accrescitivo prodotto dall’IVA infragruppo, e del 15,5% per gli ammortamenti.

Conseguentemente, il risultato della gestione operativa ammonta a 8.021 milioni di euro, in aumento dello 0,4% rispetto ai 7.990 milioni del 2008, con un cost/income ratio pari al 54,1% rispetto al 55,2% del 2008.

Nel 2009 non si registrano rettifiche di valore dell’avviamento, a fronte dei 1.065 milioni del 2008.

Il complesso degli accantonamenti e delle rettifiche di valore nette (accantonamenti per rischi e oneri, rettifiche su crediti e rettifiche su altre attività) è pari a 4.238 milioni di euro, rispetto ai 3.833 milioni del 2008. Gli accantonamenti per rischi e oneri ammontano a 297 milioni, rispetto ai 318 milioni del 2008; le rettifiche nette su crediti sono pari a 3.706 milioni, rispetto ai 2.566 milioni del 2008; le rettifiche nette su altre attività ammontano a 235 milioni, rispetto ai 949 milioni del 2008.

La voce utili/perdite su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti registra un saldo positivo di 545 milioni (che include plusvalenze derivanti dalla cessione di Findomestic per 439 milioni e da Esaote per 70 milioni), rispetto ai 266 milioni del 2008 (che includeva da un lato plusvalenze derivanti dalla cessione di Agos per 268 milioni e di Centrale dei Bilanci per 89 milioni e dall’altro 326 milioni di impairment).

Il risultato corrente al lordo delle imposte è pari 4.328 milioni di euro, in crescita del 28,9% rispetto ai 3.358 milioni del 2008.

Il risultato netto consolidato ammonta a 2.805 milioni di euro, in aumento del 9,9% rispetto ai 2.553 milioni del 2008 (che includeva - a fronte dell’impatto negativo di 2.778 milioni complessivi di impairment al netto dei relativi risparmi d’imposta - 1.629 milioni di beneficio fiscale connesso alle imposte differite e circa 930 milioni di plusvalenza  netta dalla cessione di 198 sportelli), dopo la contabilizzazione di:
- imposte per 960 milioni di euro, che beneficiano di 511 milioni di rilascio di imposte differite nel primo trimestre, connesso all’affrancamento delle attività immateriali a vita definita e del brand name;
- oneri di integrazione connessi alla fusione (al netto delle imposte) per 214 milioni;
- oneri derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione (al netto delle imposte) per 385 milioni;
- un utile dei gruppi di attività in via di dismissione (al netto delle imposte) per 169 milioni di euro, inclusivo di plusvalenze nette per 63 milioni derivanti dalla cessione di CR Orvieto e di 17 sportelli;
- una quota di pertinenza di terzi per 133 milioni.
Se si escludono le principali componenti non ricorrenti, il risultato netto è pari a 2.591 milioni di euro, rispetto ai 3.620 milioni del 2008 (-28,4%).

 
Lo stato patrimoniale al 31 dicembre 2009

Per quanto riguarda lo stato patrimoniale consolidato, al 31 dicembre 2009 i crediti verso la clientela raggiungono i 374 miliardi di euro, in flessione del 5,2% rispetto al 31 dicembre 2008 (in crescita dell’ 1,1% se si considerano i volumi medi anziché quelli di fine periodo). Il complesso dei crediti deteriorati (in sofferenza, incagliati, ristrutturati e scaduti/sconfinanti) ammonta - al netto delle rettifiche di valore -  a 20.445 milioni di euro, in aumento del 77,4% rispetto agli 11.524 milioni del 31 dicembre 2008. In quest’ambito, i crediti in sofferenza registrano un aumento da 3.968 a 5.365 milioni di euro, con un’incidenza sui crediti complessivi pari all’ 1,4% (1% al 31 dicembre 2008) e un grado di copertura del 67% (70% a fine 2008). Considerando, oltre alle rettifiche specifiche, anche il valore delle garanzie reali e personali relative alle sofferenze, il grado di copertura complessivo delle stesse è pari al 124%. Gli incagli crescono da 5.291 a 10.370 milioni (anche per effetto della prudenziale classificazione nel secondo trimestre di posizioni che hanno peraltro richiesto contenuti accantonamenti data l’elevata copertura delle garanzie e dell’ingresso nel quarto trimestre di una posizione di 427 milioni di euro, controgarantita da cash collateral per 402 milioni da parte di altre banche partecipanti al finanziamento, con un rischio effettivo per Intesa Sanpaolo di soli 25 milioni), i ristrutturati da 399 a 2.293 milioni (principalmente a seguito della classificazione nel secondo trimestre di un singolo nominativo che non ha richiesto accantonamenti) e i crediti scaduti/sconfinanti da 1.866 a 2.417 milioni (a causa del cambiamento intervenuto nella normativa, che ha comportato l’inclusione nel quarto trimestre di 910 milioni netti di posizioni scadute da 90 giorni).
 
Le attività finanziarie della clientela risultano pari a 813 miliardi di euro (dopo le elisioni per le componenti che costituiscono sia raccolta diretta sia raccolta indiretta), in crescita dell’ 1% rispetto al 31 dicembre 2008. Nell’ambito delle attività finanziarie della clientela, la raccolta diretta ammonta a 422 miliardi, in flessione dello 0,2% rispetto al 31 dicembre 2008; mentre la raccolta indiretta raggiunge i 417 miliardi, in crescita del 2,4% rispetto a fine 2008. L’ammontare di risparmio gestito è pari a 226 miliardi, in aumento del 5,6% rispetto a fine 2008; la nuova produzione vita nel 2009 ammonta a 12,2 miliardi di euro (+85,3% rispetto al 2008). La raccolta amministrata raggiunge i 191 miliardi, in flessione dell’ 1,1% rispetto al 31 dicembre 2008.

I coefficienti patrimoniali al 31 dicembre 2009 sono stati calcolati tenendo conto della proposta di distribuzione di un miliardo di euro di dividendi e risultano, applicando le regole di Basilea 2 foundation, pari al 7,1% per il Core Tier 1 ratio (6,3% al 31 dicembre 2008), all’ 8,4% per il Tier 1 ratio  (7,1% a fine 2008) e all’ 11,8% per il coefficiente patrimoniale totale (10,2% a fine 2008).

I coefficienti patrimoniali proforma calcolati includendo:
- la cessione dell’attività di securities services in corso di finalizzazione (con un impatto positivo atteso di 37 centesimi di punto sul Core Tier 1 ratio),
- l’acquisizione del 50% di Intesa Vita, in corso di finalizzazione (con un impatto negativo atteso di 8 centesimi di punto sul Core Tier 1 ratio),
- l’acquisto di 50 sportelli, in corso di finalizzazione (con un impatto negativo atteso di 9 centesimi di punto sul Core Tier 1 ratio),
- la cessione della seconda quota del 25% di Findomestic (valutata al valore minimo del contratto, con un impatto positivo atteso di 7 centesimi di punto sul Core Tier 1 ratio),
- l’applicazione di Basilea 2 advanced (con un impatto positivo atteso - soggetto ad approvazione di Banca d’Italia e stimabile sulla base dell’attuale situazione economica - di circa 25 centesimi di punto sul Core Tier 1 ratio conseguibile prevalentemente nel 2010),
- le restanti azioni di capital management - tra dismissioni totali o parziali, partnerships, quotazioni, ecc. - riguardanti attività non strategiche, cui si prevede di addivenire a breve termine (con un impatto positivo atteso di almeno 50 centesimi di punto sul Core Tier 1 ratio),
- le ulteriori azioni di capital management attivabili se necessario (con un impatto positivo atteso di almeno 100 centesimi di punto sul Core Tier 1 ratio),
risulterebbero superiori al 9,1% per il Core Tier 1 ratio, al 10,4% per il Tier 1 ratio e al 13,8% per il coefficiente patrimoniale totale, senza tener conto dei benefici attesi dalla cessione di 150-200 filiali a Crédit Agricole, i cui termini e condizioni saranno finalizzati entro il 30 giugno 2010. 

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Le scelte strategiche perseguite hanno permesso a Intesa Sanpaolo di confermarsi come uno dei gruppi bancari più solidi a livello internazionale, soprattutto alla luce della recente crisi dei mercati finanziari internazionali, i cui punti di forza - oltre a quanto precedentemente detto in merito alla qualità dei crediti e al livello dei coefficienti patrimoniali - sono costituiti da: 

  • eccellente liquidità:
    - posizione netta interbancaria bilanciata,
    - elevata disponibilità di attivi stanziabili presso le Banche Centrali, attualmente non stanziati, che hanno raggiunto a fine 2009 un livello corrispondente a una liquidità di 70 miliardi di euro,
    -  impieghi alla clientela inferiori alla raccolta da clientela,
    - fonti di raccolta stabili e ben diversificate,
    - raccolta da clientela (inclusi i titoli emessi) costituita per il 70% dalla componente retail;
  • leverage contenuto e adeguata patrimonializzazione:
    - leverage molto più basso rispetto agli altri principali gruppi bancari europei,
    - il miglior rapporto tra patrimonio netto tangibile e attivo tangibile nel confronto con i principali gruppi bancari europei;
  • basso profilo di rischio:
    - il 65% dei ricavi proviene dall’attività retail in Italia,
    - meno dell’ 1% dei ricavi deriva da proprietary trading, tesoreria e prodotti strutturati di credito,  
    - l’esposizione ai Paesi del Centro-Est Europa è limitata e ben diversificata, con impieghi a clientela  nell’area pari complessivamente a solo il 7% del portafoglio prestiti del Gruppo e un buon bilanciamento tra raccolta e impieghi con clientela.


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Come già dettagliatamente reso noto in occasione della diffusione dei risultati 2007 e 2008, l’esposizione di Intesa Sanpaolo alla crisi dei mutui americani subprime è solo indiretta, tramite prodotti strutturati di credito, che hanno risentito dell’eccezionale flessione dei prezzi dall’ultimo trimestre del 2007 - con riflessi negativi sul risultato dell’attività di negoziazione, prevalentemente in termini di svalutazioni - fino al primo trimestre 2009, per poi registrare una ripresa - con riflessi positivi sul risultato di negoziazione - a partire dal secondo trimestre dell’anno, di cui si è detto nel precedente commento ai risultati di conto economico. Il Gruppo ha un’esposizione lorda e netta al rischio verso prodotti strutturati di credito con sottostanti attività US Subprime per 35 milioni di euro al 31 dicembre 2009. Un’informativa completa e dettagliata in merito ai prodotti strutturati di credito detenuti dal Gruppo, con particolare riferimento all’esposizione alla crisi dei mercati finanziari, viene riportata - come di consueto - nella nota integrativa del bilancio approvato dal Consiglio di Gestione nonché nelle specifiche pagine della presentazione dei risultati messa a disposizione del mercato.

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Al 31 dicembre 2009, la struttura operativa del Gruppo Intesa Sanpaolo si articola in 7.884 sportelli bancari - di cui 5.991 in Italia e 1.893 all’estero - con 103.718 dipendenti, 5.072 persone in meno rispetto al 31 dicembre 2008.  

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I risultati per area di Business


La Divisione Banca dei Territori include:
- clientela Privati, costituita da famiglie (clienti privati con attività finanziarie fino a 100.000 euro), personal (clienti privati con attività finanziarie da 100.000 euro a un milione di euro), small business (piccole imprese con fatturato inferiore a 2,5 milioni e con accordato inferiore a 1 milione di euro);
- clientela Imprese, costituta da aziende con volume d’affari compreso tra 2,5 e 150 milioni;
-   clientela Private, costituita da clienti privati con attività finanziarie per oltre 1 milione di euro.
L’operatività con la clientela Privati e Imprese è realizzata tramite la Capogruppo Intesa Sanpaolo e le banche del Territorio (Banca di Credito Sardo, Banca di Trento e Bolzano, Banco di Napoli, Carifirenze, Casse del Centro, Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna, Cassa di Risparmio del Veneto, Cassa di Risparmio in Bologna, Cassa di Risparmio di Venezia, Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia e Banca dell’Adriatico). Intesa Sanpaolo Private Banking è la società del Gruppo dedicata alla clientela Private. Al servizio degli enti nonprofit è stata costituita nel novembre 2007 Banca Prossima, che opera attraverso le filiali del Gruppo, con presidi locali e specialisti dedicati. Nella Divisione sono inoltre incluse società prodotto come Mediocredito Italiano, specializzata nel credito industriale, le compagnie assicurative EurizonVita, Sud Polo Vita, Intesa Vita e Intesa Previdenza, la società fiduciaria SIREFID e Moneta, società specializzata nel credito al consumo e, tramite la controllata Setefi, nella gestione dei pagamenti elettronici.


Nel mese di dicembre 2008, è stato approvato il progetto di ulteriore rafforzamento organizzativo della Divisione, finalizzato a migliorare l’efficacia dell’azione commerciale sul territorio mantenendo al contempo un forte controllo dei costi. In seguito alla riorganizzazione, la struttura territoriale si articola in 8 Direzioni Regionali poste a coordinamento di 22 Aree / Banche Rete, disegnate in modo da garantire l’ottimale copertura territoriale, un omogeneo dimensionamento in termini di numero di filiali e di risorse assegnate e un’adeguata autonomia decisionale.   


La Divisione Banca dei Territori nel quarto trimestre 2009 registra:
- proventi operativi netti per 2.576 milioni di euro, in aumento del 2,5% rispetto ai 2.513 milioni del terzo trimestre 2009;
- oneri operativi per 1.633 milioni, in aumento dell’8,7% rispetto ai 1.503 milioni del terzo trimestre 2009;
- un risultato della gestione operativa di 943 milioni, in calo del 6,6% rispetto ai 1.010 milioni del terzo trimestre 2009;
- un cost/income ratio al 63,4% dal 59,8% del terzo trimestre 2009;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 752 milioni, rispetto ai 447 milioni del terzo trimestre 2009;
-  utili su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti per 421 milioni;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 608 milioni, in crescita del 7,9% rispetto ai 564 milioni del terzo trimestre 2009;
 - un risultato netto di 330 milioni, in aumento del 53,4% rispetto ai 215 milioni del terzo trimestre 2009.


Nell’esercizio 2009, la Divisione Banca dei Territori registra:
- proventi operativi netti per 10.418 milioni (-13,3% rispetto ai 12.017 milioni del 2008), pari al 60% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (67% nel 2008);
- oneri operativi per 6.116 milioni, in calo del 4,2% rispetto ai 6.382 milioni del 2008;
- un risultato della gestione operativa di 4.302 milioni, in diminuzione del 23,7% rispetto ai 5.635 milioni del 2008;
- un cost/income ratio pari al 58,7%, rispetto al 53,1% del 2008;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 2.174 milioni, rispetto ai 1.850 milioni del 2008;
-  utili su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti per 421 milioni;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 2.546 milioni, in calo del 32,6% rispetto ai 3.776 milioni del 2008;
- un risultato netto di 1.212 milioni, in diminuzione del 10,8% rispetto ai 1.359 milioni del 2008. 

 


 
Eurizon Capital è la società, in crescente sinergia con la Divisione Banca dei Territori, dedicata a fornire prodotti di risparmio gestito di tipo collettivo e individuale alle reti bancarie interne al Gruppo, nonché a sviluppare la presenza nel segmento dell’ “architettura aperta” attraverso specifici accordi di distribuzione con altre reti e investitori istituzionali. Ad Eurizon Capital fanno capo le controllate Eurizon Capital (Lussemburgo) ed Eurizon A.I., preposte alla promozione e alla gestione, rispettivamente, di fondi di diritto lussemburghese e di fondi alternativi, e il 49,9% della società cinese di asset management Penghua Fund Management.


Eurizon Capital nel quarto trimestre 2009 registra:
- proventi operativi netti per 132 milioni di euro, raddoppiati rispetto ai 62 milioni del terzo trimestre 2009;
- oneri operativi per 46 milioni, in aumento del 51,8% rispetto ai 30 milioni del terzo trimestre 2009;
- un risultato della gestione operativa per 86 milioni, quasi triplicato rispetto ai 31 milioni del terzo trimestre 2009;
- un cost/income ratio in miglioramento al 34,8% dal 48,4% del terzo trimestre 2009;
- un risultato corrente al lordo delle imposte pari a 82 milioni, quasi triplicato rispetto ai 30 milioni del terzo trimestre 2009;
- un risultato netto di 53 milioni, quadruplicato rispetto ai 12 milioni del terzo trimestre 2009.


Eurizon Capital nell’esercizio 2009 registra:
- proventi operativi netti per 323 milioni di euro, in diminuzione del 10,3% rispetto ai 360 milioni del 2008, pari al 2% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (incidenza invariata rispetto al 2008);
- oneri operativi per 138 milioni, in calo del 5,5% rispetto ai 146 milioni del 2008;
- un risultato della gestione operativa di 185 milioni, in diminuzione del 13,6% rispetto ai 214 milioni del 2008;
- un cost/income ratio pari al 42,7%, rispetto al 40,6% del 2008;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 181 milioni, in crescita del 54,7% rispetto ai 117 milioni del 2008, che aveva risentito di 95 milioni di rettifiche di valore dell’avviamento;
- un risultato netto di 95 milioni, rispetto al saldo negativo di 205 milioni del 2008, che aveva risentito anche di 255 milioni di impairment su attività immateriali.


La Divisione Corporate & Investment Banking comprende:
- Large & International Corporate, cui compete la relazione con i grandi gruppi italiani (imprese prevalentemente con fatturato superiore a 500 milioni di euro) e con la clientela corporate estera;
- Mid Corporate, cui compete la relazione con le imprese italiane con fatturato superiore a 150 milioni e prevalentemente fino a 500 milioni;
- Global Services, cui è affidata la responsabilità delle filiali estere, degli uffici di rappresentanza e delle società estere corporate (Société Européenne de Banque, Intesa Sanpaolo Bank Ireland e ZAO Banca Intesa, quest’ultima incorporata  con decorrenza 1° gennaio 2010 in KMB Bank, l’altra controllata del Gruppo presente nella Federazione Russa, e conseguentemente entrata nel perimetro della Divisione Banche Estere), nonché l’assistenza specialistica per il sostegno ai processi di internazionalizzazione delle aziende italiane e per il sostegno all’export;
- Financial Institutions, cui compete la relazione con le istituzioni finanziarie italiane ed estere, la gestione dei servizi transazionali nell’ambito dei sistemi di pagamento, della custodia e del regolamento titoli, di banca depositaria e corrispondente, nel cui ambito rientra il ramo di attività di securities services per il quale è in corso di finalizzazione la cessione;
- Banca IMI, deputata all’attività di investment banking, ossia di realizzazione di prodotti di finanza strutturata e di consulenza nel campo del M&A per la clientela del Gruppo, e a quella di capital markets per i clienti del Gruppo e gli operatori istituzionali nelle attività di market making;
- Merchant Banking, che opera nel comparto del private equity anche tramite le società Private Equity International (PEI) e IMI Investimenti.
Nel perimetro della Divisione rientrano inoltre l’attività di Leasint, Mediofactoring e quella di gestione del portafoglio proprietario del Gruppo.

 
La Divisione Corporate e Investment Banking nel quarto trimestre 2009 registra:
- proventi operativi netti per 861 milioni di euro, in diminuzione dell’ 11,6% rispetto ai 974 milioni del terzo trimestre 2009;
- oneri operativi per 239 milioni, in aumento del 16,9% rispetto ai 205 milioni  del terzo trimestre 2009;
- un risultato della gestione operativa di 622 milioni, in diminuzione del 19,2% rispetto ai 769 milioni del terzo trimestre 2009;
- un cost/income ratio del 27,8% rispetto al 21% del terzo trimestre 2009;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 271 milioni, in aumento del  51,4% rispetto ai 179 milioni del terzo trimestre 2009;
-  utili su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti per 71 milioni;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 421 milioni, in diminuzione del 28,7% rispetto ai 591 milioni del terzo trimestre 2009;
- un risultato netto di 347 milioni, in flessione del 10,4% rispetto ai 388 milioni del terzo trimestre 2009.

Nell’esercizio 2009, la Divisione Corporate e Investment Banking registra:
- proventi operativi netti per 3.551 milioni di euro, in crescita del 66,1% rispetto ai 2.138 milioni del 2008, pari al 20% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (12% nel 2008);
- oneri operativi per 852 milioni, in flessione dell’ 1,5% rispetto agli 865 milioni del 2008;
- un risultato della gestione operativa di 2.699 milioni, raddoppiato rispetto ai 1.273 milioni del 2008;
- un cost/income ratio in miglioramento al 24% dal 40,5% del 2008;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 999 milioni, rispetto ai 504 milioni del 2008;
-  utili su attività finanziarie detenute sino a scadenza e su altri investimenti per 72 milioni;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 1.770 milioni, più che triplicato rispetto ai 526 milioni del 2008, che aveva risentito anche di 265 milioni di impairment sulle partecipazioni di merchant banking;
- un risultato netto di 1.273 milioni, rispetto ai 208 milioni del 2008.


Public Finance ha il compito di servire la clientela Stato, enti pubblici, enti locali, public utilities, general contractor e sanità pubblica e privata, sviluppando le attività di finanziamento e l’operatività bancaria corrente, la finanza di progetto, le cartolarizzazioni e la consulenza di carattere finanziario, con l'obiettivo di favorire la collaborazione tra pubblico e privato e di assistere le iniziative e i progetti di investimento nelle grandi infrastrutture, la sanità, la ricerca e la pubblica utilità in genere. L’attività è svolta tramite Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo.

Public Finance nel quarto trimestre 2009 registra:
- proventi operativi netti per 71 milioni di euro, rispetto ai 90 milioni del terzo trimestre 2009 (-21,1%);
- oneri operativi per 22 milioni, con un aumento del 14,7% rispetto ai 19 milioni del terzo trimestre 2009, in parte dovuto a costi non ricorrenti spesati nel trimestre;
- un risultato della gestione operativa di 49 milioni, rispetto a 71 milioni del terzo trimestre 2009 (-30,8%);
-  un cost/income ratio pari al 31%, rispetto al 21,1% del terzo trimestre 2009;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette di 48 milioni, rispetto a riprese nette per un milione nel terzo trimestre 2009, anche per accantonamenti prudenziali ai fondi rischi e oneri e per l’aumento della riserva a fronte dei crediti in bonis;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di un milione, rispetto ai 72 milioni del terzo trimestre 2009;
- un risultato netto di 12 milioni, rispetto ai 40 milioni del terzo trimestre 2009.


Nell’esercizio 2009, Public Finance registra:
- proventi operativi netti per 398 milioni di euro, in aumento del 12,7% rispetto ai 353 milioni del 2008, pari al 2% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (incidenza invariata rispetto al 2008);
- oneri operativi per 81 milioni, in linea con gli 80 milioni del 2008;
- un risultato della gestione operativa di 317 milioni, in aumento del 16,1% rispetto ai 273 milioni del 2008;
- un cost/income ratio in miglioramento al 20,4% dal 22,7% del 2008;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 127 milioni rispetto ai 131 milioni del 2008;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 190 milioni, in crescita del 33,8% rispetto ai 142 milioni del 2008;
- un risultato netto di 116 milioni, raddoppiato rispetto ai 59 milioni del 2008.
 
La Divisione Banche Estere presidia l’attività del Gruppo sui mercati esteri nei quali è presente tramite banche commerciali controllate e partecipate, fornisce indirizzo, coordinamento e supporto alle controllate estere che svolgono prevalentemente attività bancaria retail; è responsabile della definizione delle linee strategiche di sviluppo del Gruppo relativamente alla presenza diretta sui mercati esteri, con esplorazione sistematica e analisi di nuove opportunità di crescita sui mercati già presidiati e su nuovi mercati, del coordinamento dell’operatività delle banche estere e della gestione delle relazioni delle banche estere con le strutture centralizzate della Capogruppo e con le filiali o altri uffici esteri della Divisione Corporate e Investment Banking. La Divisione è strutturata in tre Direzioni, a presidio dei diversi ambiti geografici in cui opera: i) la Direzione Area Banche SEE, cui fanno capo le partecipazioni nelle banche operanti in Europa Sud Orientale, Privredna Banka Zagreb in Croazia, Banca Intesa Beograd in Serbia, Intesa Sanpaolo Banka Bosna i Hercegovina in Bosnia-Erzegovina, Intesa Sanpaolo Bank Albania e Intesa Sanpaolo Bank Romania; ii) la Direzione Area Banche CEE, cui fanno capo le partecipazioni nelle banche operanti in Europa Centro Orientale, Banka Koper in Slovenia, VUB Banka in Slovacchia, CIB Bank in Ungheria; iii) la Direzione Aree Banche CIS e South Mediterranean, cui fanno capo le controllate KMB Bank (ridenominata Banca Intesa dal 1° gennaio 2010, con l’incorporazione di ZAO Banca Intesa) nella Federazione Russa, Pravex-Bank in Ucraina e Bank of Alexandria in Egitto.


La Divisione Banche Estere nel quarto trimestre 2009 registra:
- proventi operativi netti per 572 milioni di euro, in crescita del 3,6% rispetto ai 552 milioni del terzo trimestre 2009;
- oneri operativi per 283 milioni, in aumento del  2,1% rispetto ai 277 milioni del terzo trimestre 2009,
- un risultato della gestione operativa di 289 milioni, in crescita del 5,1% rispetto ai 275 milioni del terzo trimestre 2009;
- un cost/income ratio al 49,5%, rispetto al 50,2% del terzo trimestre 2009;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 173 milioni, rispetto ai 155 milioni del terzo trimestre 2009;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 117 milioni, in flessione del 3,5% rispetto ai 121 milioni del terzo trimestre 2009;
-  un risultato netto di 111 milioni, in aumento del 22,3% rispetto ai 91 milioni del terzo trimestre 2009.


Nell’esercizio 2009, la Divisione Banche Estere registra:
- proventi operativi netti per 2.215 milioni di euro, in flessione del 3,2% rispetto ai 2.288 milioni del 2008 (se si esclude l’effetto cambio, i proventi netti aumentano del 3,1%), pari al 13% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (incidenza invariata rispetto al 2008);
- oneri operativi per 1.137 milioni, in diminuzione del 7,3% rispetto ai 1.226 milioni del 2008;
- un risultato della gestione operativa di 1.078 milioni, in aumento dell’ 1,5% rispetto ai 1.062 milioni del 2008 (se si esclude l’effetto cambio, il risultato della gestione operativa cresce del 7,4%);
- un cost/income ratio al 51,3%, rispetto al 53,6% del 2008;
- un ammontare complessivo di accantonamenti e di rettifiche nette pari a 638 milioni, rispetto ai 351 milioni del 2008;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 443 milioni, in aumento del 34,2% rispetto ai 330 milioni del 2008 che aveva risentito di rettifiche di valore dell’avviamento di Pravex-Bank per 390 milioni;
- un risultato netto pressoché raddoppiato a 364 milioni dai 187 milioni del 2008.
 
Banca Fideuram, tramite la propria rete di private bankers, svolge attività di asset gathering al servizio della clientela con un potenziale di risparmio medio/alto e nel quarto trimestre 2009 registra:
- proventi operativi netti per 168 milioni di euro, in aumento del 14,9% rispetto ai 146 milioni del terzo trimestre 2009;
- oneri operativi per 84 milioni, in linea con il terzo trimestre 2009;
- un risultato della gestione operativa di 84 milioni, in crescita del 36,2% rispetto ai 62 milioni del terzo trimestre 2009;
- un cost/income ratio pari al 50%, rispetto al 57,5% del terzo trimestre 2009;
- accantonamenti e rettifiche nette per 15 milioni;
- un risultato corrente al lordo delle imposte di 70 milioni, in aumento del 34% rispetto ai 52 milioni del terzo trimestre 2009;
- un risultato netto di 26 milioni, in crescita del 34,5% rispetto ai 20 milioni del terzo trimestre 2009; escludendo l’effetto degli oneri derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione, il risultato netto del quarto trimestre sarebbe di 47 milioni.
Nell’esercizio 2009, Banca Fideuram registra:
- proventi operativi netti per 611 milioni di euro, in flessione dell’ 1,6% rispetto ai 621 milioni del 2008, pari al 3% dei proventi operativi netti consolidati di Gruppo (incidenza invariata rispetto al 2008);
- oneri operativi per 328 milioni, in linea con i 327 milioni del 2008;
- un risultato della gestione operativa di 283 milioni, in flessione del 3,7% rispetto ai 294 milioni del 2008;
- un cost/income ratio pari al 53,7%, rispetto al 52,7% del 2008;
- accantonamenti e rettifiche nette per 43 milioni,  rispetto ai 49 milioni del 2008;
- un risultato corrente al lordo delle imposte pari a 240 milioni, rispetto a un saldo negativo di 335 milioni del 2008 che aveva risentito di rettifiche di valore dell’avviamento per 580 milioni;
- un risultato netto di 93 milioni, rispetto a un saldo negativo di 720 milioni del 2008 che aveva risentito anche di 302 milioni di impairment su attività immateriali; escludendo l’effetto degli oneri derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione, il risultato netto dell’esercizio 2009 sarebbe di 178 milioni.

Le prospettive per l’esercizio in corso

Lo scenario macroeconomico del 2010 prospetta una tendenza di graduale miglioramento, con progressivi effetti positivi per il settore bancario e per Intesa Sanpaolo. Il Gruppo nell’esercizio in corso continuerà ad attuare le consolidate linee d’azione volte a preservare una crescita sostenibile nel medio periodo: lo sviluppo dell’attività fondata sulla relazione di lungo periodo con la clientela, l’ottimizzazione dell’efficienza - calibrando controllo dei costi e investimenti - e il presidio della qualità del credito, della liquidità e della patrimonializzazione.

Si ritiene che il Gruppo possa registrare proventi operativi netti in recupero, con la ripresa delle commissioni nette e la difesa degli interessi netti, e oneri operativi in diminuzione rispetto al 2009, anche dopo l’accelerazione del processo di riduzione dei costi segnato nell’ultimo trimestre rispetto a quanto originariamente pianificato. Il costo del cattivo credito è previsto in leggero calo rispetto al 2009. La redditività dell’operatività ordinaria è quindi attesa in miglioramento rispetto al trascorso esercizio. Considerando poi gli oneri di integrazione in significativa diminuzione e le plusvalenze derivanti dalle azioni di capital management in corso di finalizzazione, si prevede anche un utile netto superiore a quello del 2009.

Le linee guida del Piano del Management 2010-2012 ai fini dell’impairment test

Il Consiglio di Gestione - preliminarmente all’approvazione del progetto di bilancio - ha approvato la procedura di valutazione (impairment) per le attività intangibili e per l’avviamento e la sua corrispondenza con le prescrizioni dei principi IAS/IFRS, anche sulla base del Piano previsionale predisposto dal Management ai fini dello svolgimento dell’impairment test, le cui linee guida confermano l’obiettivo della redditività sostenibile per il Gruppo nel medio periodo, sintetizzato da un progressivo miglioramento del cost/income,  della redditività dell’operatività ordinaria e dell’utile netto, tramite:
- piena estrazione di valore dal grande potenziale di crescita dei ricavi nei “core businesses”;
- investimenti per la crescita e l’innovazione con adeguato presidio dei costi;
- presidio della qualità del credito preparandosi per la ripresa;
- mantenimento della solidità del Gruppo in termini di patrimonio e liquidità;
- innovazione e semplificazione quali fattori critici di successo nel triennio.

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Ai fini di comparabilità dei risultati, i dati di conto economico del 2008 sono stati riesposti a seguito principalmente di due operazioni:
1. l’acquisizione del controllo di Pravex-Bank, società entrata nel perimetro di consolidamento integrale per quanto riguarda il conto economico nel terzo trimestre 2008: per i primi due trimestri del 2008 le relative componenti sono state consolidate linea per linea, attribuendo il relativo apporto in termini di utile netto agli utili di pertinenza di terzi;
2. la cessione in corso dell’attività di securities services, il cui accordo di compravendita è stato firmato nel dicembre 2009: per il 2008 - nonché per i primi tre trimestri del 2009 - le relative componenti sono state deconsolidate linea per linea, attribuendo il relativo apporto in termini di utile netto agli utili dei gruppi di attività in via di dismissione.

Sempre ai fini di comparabilità dei risultati, i dati di stato patrimoniale del primo trimestre 2008 sono stati riesposti consolidando linea per linea le componenti riguardanti  Pravex-Bank, il cui controllo è stato acquisito nel giugno 2008, e quelli dei quattro trimestri 2008 - nonché dei primi tre trimestri 2009 - sono stati riesposti deconsolidando linea per linea le componenti relative all’attività di securities services e attribuendo il relativo apporto alle pertinenti voci di attivo e passivo concernenti i gruppi di attività in via di dismissione.

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L’utile netto normalizzato è stato calcolato escludendo le principali componenti non ricorrenti costituite da:
nel primo trimestre 2009: 1) 511 milioni di beneficio fiscale derivante dal rilascio di imposte differite connesso all’affrancamento delle attività immateriali a vita definita e del brand name, inclusi nelle imposte sul reddito dell’attività corrente, 2) 68 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 48 milioni, 3) 95 milioni  di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione e 4) 83 milioni di plusvalenze derivanti dalla cessione di CR Orvieto e di 17 sportelli e relative imposte, che portano a una plusvalenza netta di 63 milioni inclusa nell’utile dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte;
nel secondo trimestre 2009: 1) 72 milioni di impairment inclusi nelle rettifiche di valore nette su altre attività, 2) 60 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 38 milioni, e 3) 102 milioni  di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione;
nel terzo trimestre 2009: 1) 61 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 44 milioni, e 2) 98 milioni  di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione;
nel quarto trimestre 2009: 1) 51 milioni rivenienti dalla transazione IMI-SIR inclusi negli altri proventi di gestione e relative imposte, 2) 160 milioni di impairment inclusi nelle rettifiche nette di valore su altre attività, 3) plusvalenze per 439 milioni derivanti dalla cessione di Findomestic e per 70 milioni derivanti da Esaote incluse negli utili su attività detenute sino a scadenza e relative imposte, 4) 130 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 84 milioni, 5) 90 milioni  di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione e 6) 60 milioni di pertinenza di terzi della predetta plusvalenza di 439 milioni derivante dalla cessione di Findomestic inclusi nell’utile di pertinenza di terzi;
nel primo trimestre 2008: 1) 444 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 321 milioni, 2) 131 milioni di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione e 3) 1.372 milioni di plusvalenze derivanti dalla cessione di 198 sportelli e relative imposte, che portano a una plusvalenza netta di 953 milioni inclusa nell’utile dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte;
nel secondo trimestre 2008: 1) 67 milioni rivenienti dalla transazione IMI-SIR inclusi negli altri proventi di gestione e relative imposte, 2) 268 milioni di plusvalenza derivante dalla cessione di Agos inclusi negli utili su attività detenute sino a scadenza e relative imposte, 3) 98 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 68 milioni, 4) 153 milioni di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione e 5) 20 milioni di rettifiche, al netto dei risparmi d’imposta, connesse alla cessione di 198 sportelli, incluse nell’utile dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte;
nel terzo trimestre 2008: 1) 59 milioni rivenienti dalla transazione IMI-SIR inclusi negli altri proventi di gestione e relative imposte, 2) 122 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 86 milioni, e 3) 148 milioni di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione;
nel quarto trimestre 2008: 1) 102 milioni di oneri relativi agli assegni circolari prescritti inclusi negli altri proventi di gestione e relativi risparmi d’imposta, 2) impairment per 1.065 milioni inclusi nelle rettifiche di valore dell’avviamento, per 908 milioni nelle rettifiche nette di valore su altre attività e per 326 milioni negli utili su attività finanziarie detenute fino a scadenza e su altri investimenti, e relativi risparmi d’imposta, 3) 89 milioni di plusvalenza derivante dalla cessione di Centrale dei Bilanci inclusi negli utili su attività detenute sino a scadenza e relative imposte, 4) 1.629 milioni di beneficio fiscale derivante dalle imposte differite inclusi nelle imposte sul reddito dell’attività corrente, 5) 254 milioni di oneri di integrazione connessi alla fusione e relativi risparmi d’imposta, che portano a oneri netti pari a 182 milioni, e 6) 656 milioni di oneri, al netto delle imposte, derivanti dall’allocazione del costo di acquisizione (inclusi 751 milioni di impairment relativi ad attività immateriali e relativi risparmi fiscali, che portano a oneri netti pari a 521 milioni).

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Allo scopo di consentire una più completa informativa sui risultati conseguiti nel 2009, si allegano i prospetti relativi al conto economico e allo stato patrimoniale consolidati riclassificati inclusi nella Relazione approvata dal Consiglio di Gestione. Si precisa che tali schemi non sono oggetto di verifica da parte della società di revisione. Si segnala che verranno messi a disposizione degli azionisti e del mercato, entro il 26 marzo 2010, i progetti di bilancio d’esercizio e consolidato al 31 dicembre 2009 di Intesa Sanpaolo che verranno sottoposti all’approvazione del Consiglio di Sorveglianza convocato per il 12 aprile 2010 e all’esame  della società di revisione incaricata della revisione contabile del bilancio.


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Il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Ernesto Riva, dichiara ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza che l’informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili.

 

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Questo comunicato stampa contiene previsioni e stime che riflettono le attuali opinioni del management Intesa Sanpaolo in merito ad eventi futuri. Previsioni e stime sono in genere identificate da espressioni come “è possibile,” “si dovrebbe,” “si prevede,” “ci si attende,” “si stima,” “si ritiene,” “si intende,” “si progetta,” “obiettivo” oppure dall’uso negativo di queste espressioni o da altre varianti di tali espressioni oppure dall’uso di terminologia comparabile. Queste previsioni e stime comprendono, ma non si limitano a, tutte le informazioni diverse dai dati di fatto, incluse, senza limitazione, quelle relative alla posizione finanziaria futura di Intesa Sanpaolo e ai risultati operativi, la strategia, i piani, gli obiettivi e gli sviluppi futuri nei mercati in cui Intesa Sanpaolo opera o intende operare.
La capacità del Gruppo Intesa Sanpaolo di raggiungere i risultati previsti dipende da molti fattori al di fuori del controllo del management. I risultati effettivi possono differire significativamente (ed essere più negativi di) da quelli previsti o impliciti nei dati previsionali. Tali previsioni e stime comportano rischi ed incertezze che potrebbero avere un impatto significativo sui risultati attesi e si fondano su assunti di base.
I seguenti rilevanti fattori potrebbero far sì che i risultati effettivi del Gruppo differiscano significativamente da quelli previsti o impliciti nei dati previsionali:
• la capacità del Gruppo di integrare con successo dipendenti, prodotti, servizi e sistemi nell’ambito di fusioni e acquisizioni;
• l'effetto delle decisioni delle autorità di vigilanza e dei cambiamenti nel quadro normativo;
• l'effetto degli sviluppi politici ed economici in Italia e negli altri paesi in cui opera il Gruppo;
• l'effetto delle fluttuazioni nei tassi di cambio e di interesse;
• la capacità del Gruppo di ottenere il rendimento atteso dagli investimenti realizzati in Italia e negli altri paesi;
• la capacità del Gruppo di finalizzare azioni di capital management (dismissioni totali o parziali, partnerships, quotazioni, ecc.) riguardanti attività non strategiche.
I fattori suddetti non costituiscono una lista completa. A seguito di tali incertezze e rischi, si avvisano i lettori che non devono fare eccessivo affidamento su tali informazioni di carattere previsionale come previsione di risultati effettivi. Le previsioni e le stime ivi formulate si basano su informazioni a disposizione di Intesa Sanpaolo alla data odierna. Intesa Sanpaolo non si assume alcun obbligo di aggiornare pubblicamente e di rivedere previsioni e stime a seguito della disponibilità di nuove informazioni, di eventi futuri o di altro, fatta salva l’osservanza delle leggi applicabili. Tutte le previsioni e le stime successive, scritte ed orali, attribuibili a Intesa Sanpaolo o a persone che agiscono per conto della stessa sono espressamente qualificate, nella loro interezza, da queste dichiarazioni cautelative.

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