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Cassa di Risparmio di Bologna

La creazione della Cassa di Risparmio ha il suo prologo nella decisione presa nel 1835 dal Governo pontificio, di istituire una Commissione Centrale di Pubblica Beneficenza incaricata dell'Amministrazione del Ricovero di Mendicità di Bologna e di altri due ospizi della provincia. I suoi membri, tutti esponenti autorevoli della vita pubblica cittadina, traendo spunto dal felice decollo della Cassa di Risparmio di Roma, progettarono di fondare a Bologna un Istituto con identiche finalità e con analogo regolamento.

Scopo precipuo dell'impresa era quello di "eccitare il popolo ai risparmi ed offrirgli nel tempo istesso un mezzo di conservarli, formando per tal modo un capitale onde giovarsi in caso di malattia, di vecchiaia ed in qualunque altro straordinario bisogno".

Il momento scelto per l'iniziativa non poteva essere più propizio, grazie all'assidua azione di sostegno svolta dal Legato Pontificio Cardinale Vincenzo Macchi, non fu difficile raccogliere la somma di 5.000 scudi che costituiva il capitale sociale diviso in 100 azioni infruttifere di 50 scudi ognuna. Sottoscrissero quote: il Principe Felice Baciocchi, cognato di Napoleone I; il futuro statista Marco Minghetti, il celebre compositore Gioacchino Rossini, il patriota e uomo politico Carlo Berti Pichat; il Cardinal Legato Vincenzo Macchi e l'Arcivescovo Cardinal Carlo Oppizzoni.

Grazie ad una apposita dispensa dell'Arcivescovo Oppizoni, gli sportelli venivano aperti al pubblico la domenica per ricevere i depositi. Questi ultimi non dovevano essere inferiori a cinque Baiocchi né superare la somma di sei Scudi, che rappresentava il risparmio medio settimanale del 'saggio capo di famiglia'. Circa i finanziamenti, dovevano essere privilegiati quelli a favore di attività artigianali e commerciali al fine di esercitare un'azione stimolante per l'economia cittadina. Gli utili (dedotta la quota assegnata alle riserve) andavano destinati specialmente ad opere di beneficenza nei riguardi dei depositanti caduti in miseria, delle ragazze prive di dote in procinto di sposarsi, dei giovani onde educarli alla parsimonia e di altre iniziative filantropiche.

Un avviso affisso nelle strade di Bologna, il 26 settembre 1837 annunciava alla cittadinanza l'inizio dell'attività della Cassa di Risparmio in Bologna a partire dalla prima domenica di Ottobre.

Dal 1837 ai giorni nostri
A partire da questa data, la Cassa si afferma nel tempo, dapprima nella provincia di Bologna e poi in tutti i maggiori centri dell'Emilia Romagna, tra le banche leader del mercato in regione ed una delle maggiori in ambito nazionale.
Per volontà di Carisbo nasce nel 1992 il Gruppo Bancario CAER con l'obiettivo di sviluppare e coordinare le strategie di crescita della banca.

Nel '94 viene incorporata BIMER Banca, l'istituto di credito a medio termine dell'Emilia Romagna, acquisendo in tal modo la leadership in regione in questo segmento di mercato e la capacità di operare come banca universale sia nel breve che nel medio-lungo termine. Con il successo dell'Opa lanciata nel febbraio del '97 la Banca Popolare dell'Adriatico (125 sportelli lungo la dorsale adriatica centrale, con importanti quote di mercato in Romagna, nelle Marche e in Abruzzo) entra a far parte del gruppo bancario CAER-Carisbo, dando una decisa spinta all'espansione del Gruppo e ponendo le basi per nuove prospettive di sviluppo.

Nel febbraio 2000 dalla fusione di Casse Venete e CAER nasce Cardine Banca, la holding del nuovo Gruppo Cardine.
Il 1° giugno 2002 è stata definita la fusione per incorporazione di Cardine Banca in Sanpaolo IMI, per dar vita ad una delle maggiori realtà creditizie del Paese. Il principale obiettivo dell'operazione di fusione, che ha aggregato realtà ad altissima capacità di creazione del valore e focalizzate su aree geografiche e di business fortemente complementari, è stato quello di costruire un polo bancario fortemente radicato nei territori di elezione, in grado di conseguire benefici di costo ed economie di scopo attraverso l'accentramento di servizi e attività di supporto ed il potenziamento della propria capacità di offerta, nonché di partecipare attivamente al processo di concentrazione in corso nel settore finanziario nazionale ed europeo.

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